Nel bene e nel male, tutto è cominciato da qui. La trap in Italia, i suoni alienanti e rallentati, le melodie cantilenanti, la Sprite e la codeina: tutto il mito gravitante attorno alla nuova musica rap italiana, e alla sue estetica, ha origine qui; da questo mixtape, composto a quattro mani da Sfera Ebbasta, rapper classe '92 di Cinisello Balsamo, e Charlie Charles, producer nato nel '94 a Settimo Milanese.

XDVR ("per davvero"), secondo mixtape per Sfera ma primo se consideriamo la sua rinascita trap a metà di questo decennio, è un disco fondamentale nell'evoluzione della musica italiana contemporanea. Che il rap sia la forza culturale dominante tra i giovani, mi sembra chiaro. Se non ve ne siete ancora accorti, provate ad osservare l'abbigliamente, il lessico, le movenze di vostro figlio. Se siete sfortunati, purtroppo, avrete notato la sua fascinazione per il Makatussin, sciroppo per la tosse spesso mischiato a gazzosa/aranciata col fine di sintetizzare la purple drank, ovvero la droga più cool del momento - almeno finchè non si porterà via qualche giovane anima.

Senza essere bacchettoni, è chiaro che i drammaticamente pericolosi lati negativi legati alla moda trap, e in generale conseguenti a tutte quelle volte in cui un drogato viene eletto a modello comportamentale, presto emergeranno, e non potranno essere trascurati. Ma sotto tutto ciò, ci sta una musica capace di esercitare un fascino profondo, malato, viscerale sui giovani d'oggi. Sfera Ebbasta non è un autore generazionale, ma la sua musica, indipendentemente dalla sua volontà, lo è.

C'è del talento, forse inconsapevolmente, ma c'è. "In giro tutto il giorno sì, per davvero / Sotto i palazzoni, mmmh, per davvero / E ho mollato scuola si, per davvero / E ne fumo cinque all'ora si, per davvero / Mia mamma non lavora no, per davvero / E farò una rapina, rrrrahh, per davvero". Trovo questa canzone micidiale. Innanzitutto c'è uno storytelling, la narrazione di uno scenario ben preciso (la decadenza dell'hinterland milanese, la povertà e la disperazione che portano a compiere crimini). C'è poi quel fascino che sa esercitare solo il teppista di strada ("fanculo alla Madama" dirà più avanti nel pezzo, in un verso che è sempre gridato a gran voce nei concerti); c'è la geniale ripetizione, con quel "per davvero" bugiardo forse, ma secco, essenziale, memorabile, perfetto come intercalare ritmico. E soprattutto c'è una sintesi, una semplicità di concetto che permette alla melodia ripetitiva, unità al narcotizzante e liquido tappeto sonoro, di stamaprsi dritta dritta nel corpo e nella mente di chi ascolta. E boom, è fatta.

È il tiro rap, ragazzi. Obliquo e unico. Le canzoni seguono tutte il medesimo stile, ma funzionano tutte alla grande, fungendo da tasselli di un puzzle musicale solido e valido. Molte rime sono già storia, non meme (non c'è ironia legata a questo disco), ma cultura, nel senso più ampio del termine. I ragazzi l'han mandato a memoria, siete davvero così scandalizzati dal non voler provare a capirne il perchè?

Rima su rima, ogni volta è uno slogan. "Sognano piste a Courmayuer / ma tirano piste in Curva Nord" canta Sfera parlando di quei bravi ragazzi nei brutti quartieri che canterà molte altre volte in futuro - "Brutti Sogni", ad esempio, è un inno di adolscenza bruciata passato un po' inosservato al pubblico generalista, ma rimasto impresso in chi se n'è imbattuto. "Finchè vedo tutto viola / si scioglie ogni cosa / la mia testa vola / versamene ancora, e ancora e ancora": è una poetica drogata, ma sempre poetica è; non sono versi, sono frustate destinate a lasciare il segno nelle coscienze vergini. C'è la malinconia ("Dici che sei come noi, ma mi pare di no / Tuo padre i soldi ce li ha, io un papà non ce l'ho / E non ci crediamo agli eroi si ma già da un bel po' / Qualcuno paga gli errori ancora per un po'"); e poi c'è il senso di appartenenza al quartiere, quello che negli anni ti ha educato a diffidare di chi a naso non ti andava giù ("la tua crew: tutti scemi / la tua kush: tutti semi / e tu dimmi che problemi hai?").

Credo che si debba sempre discernere il valore artistico e culturale di un'opera da quello educativo. Spesso le due cose possono inetersecarsi; spesso, invece, quelle mistiche dinamiche che ti fanno preferire la ragazza punk un po' sporca di perferia alla borghese casa e Chiesa con villa in campagnia, si riflettono anche sui gusti musicali. E se ciò va a influenzare il tuo comportamento, beh, non cagare il cazzo a chi stai seguendo, perchè lui è sempre stato lì e lo sarà anche quando tu avrai cambiato fissa: sei gli stai andando dietro, è una questione solo tua.

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