Come mia prima recensione in questo sito, ho scelto di recensire quello che considero uno dei migliori album in ambito Prog Metal dello scorso millenio: l'eccezionale "Tyranny" degli Shadow Gallery.
Diciamo subito una cosa: se ci fosse un premio per il gruppo più ingiustamente sottovalutato nella storia del progressive, questo sarebbe sicuramente vinto dai nostri Shadow Gallery. Ingiustamente perchè questo, signori, è un gruppo che propone sempre musica di pregevole fattura, incredibilmente emozionante, con una tecnica da fare invidia un pò a tutti ma senza mai cadere nell'auto-celebrativo o nel freddo tecnicismo.
I nostri sono nati in Pennsylvania nella preistoria (1985) e, contro le regole del music-businnes, hanno sempre preferito puntare sulla qualità e non sulla quantità. Fanno uscire infatti solo nel 1998 il loro terzo album in tredici anni dopo un buon debutto e l'eccellente "Carved In Stone". Lo stile degli Shadow Gallery è un pò particolare: affonda le radici nel Prog Rock anni settanta per sfociare in un metal molto arioso e, in qualche modo, completo e potente.
Insomma, fanno musica progressiva universale in grado di far sbavare i fan dei Dream Theater, dei Symphony X, dei Quennsryche di Operation Mindcrime e dei vari Rush, Yes e dinosaurica compagnia. La musica proposta in questo ma anche negli altri lavori della band è un prog metal veramente coinvolgente, emozionante al punto giusto (da lacrime quindi), tecnico e armonioso, impreziosito da un uso perfetto di cori imponenti e arricchito da melodie affascinanti e immediate ma mia e poi mai banali.
La melodia infatti è la chiave di lettura (e in questo caso di ascolto) di quest'album che considero personalmente il migliore della band. Attenzione però, MELODIA, e non semplicità finalizzata alla commercialità. Il disco in questione è arricchito poi da partecipazioni importanti come quelle di J. LaBrie nell'epicissima "I Believe", di D.C. Cooper nella teatrale e oscura "New World Order"e di Laura Jaeger che duetta con Mike Baker (il cantante solista del gruppo) nella commovente e intensa "Spoken Words".
Il gruppo offre una prova che considerare maiuscola è un diminutivo: la voce incredibilmente versatile e duttile di Mike Baker crea soluzioni e linee melodiche da brividi, la sezione ritmica di Joe Nevolo e Carl Cadden James è solida, potente e incredibilmente dinamica, la chitarra di Brendt Allman duetta in un vortice di dolcezza, passione e velocità con il piano e le testiere di Chris Ingles e Gary Wehrkamp e tutti insieme creano gli stupendi cori che arricchiscono ogni traccia di questo CAPOLAVORO.
Mi ricordo che all'uscita di "Tyranny" molti recensori della stampa specializzata lo consideravano un passo indietro per la band e una caduta di stile e di idee, ma spesso si sa, i capolavori vengono capiti e riconosciuti con il tempo. Mi fa piacere constatare che gli stessi recensori di quel tempo oggi riconoscono la stupenda bellezza di quest'album che riesce ad unire perfettamente parti dure ed intricate con melodie e spunti dall'incredibile carica emotiva ed emozionale.
CONSIGLIATISSIMO.
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