Fà scuotere il culo ed alzare il colletto della giacca Dim The Lights, Chill The Ham, l'esordio sulla lunga distanza del poliedrico, cazzutto, fenomenale chitarrista Brian Connelly alla testa dei grandissimi Shadowy Men On A Shadowy Planet.

Twang di Duane Eddy in una mano e l'intera enciclopedia delle tecniche chitarristiche nell' altra, il trio strumentale canadese ringalluzisce il fortunato ascoltatore, lo trascina surfando sulle corde di una Gibson indiavolata, gli dà in mano un paio di bermuda a fiorelloni stile fifties e lo getta in acqua fra le onde dell'oceano Pacifico.

E' estate ragazzi, questo disco deve stare fisso nel lettore, è un navigatore con le coordinate bloccate sulle città di mare, non potrete parare altrove al suono di "Reid's Situation", dei reverberi di "Vince Lombardi School" o "Who Painted Whistler's Mother" (capolavoro di climax crescente fra fischettii e gli schiaffetti alla batteria del favoloso Don Pyle che portano ad una deflagrazione debordante del leader con il suo malinconico vibrato).

Scrivo queste parole ballando sugli stimoli che Connelly mi ficca sù per l'ombelico, salto la cena, accendo la macchina e me ne vado in Spagna o in Portogallo o...basta che si vada...non si resiste a un suono vigoroso e passionale come questo...ti mette voglia di scappare!

Quando il sole calerà potremo prenderci un aperitivo sul lungo mare sdraiati sulle note hawaiane di "Siesta Cinema", al sound cocktail-lounge della title-track o sulla latineggiante "Hot Box Car", gettando rose rosse sulle passanti in gonnella al ritmo di "In My Room" sentendoci come pistoleri messicani grazie a "Misogomy & The Object".

Poi in albergo di corsa, chili di brillantina nei capelli e via a scatenarci in discoteca, stasera il nostro DJ di fiducia è in vena di revival e noi gli strizziamo l'occhio ed alziamo il pollice in segno di approvazione quando l'indemoniato Connelly con l'organo spaccaculo di "Running Meredith" (ennesimo masterpiece da brrrividi) si fà strada salendo lungo il nostro sistema nervoso, sospinto dal funambolico basso di Reid Diamond, scuotendoci in una trascinante danza epilettica, ancora la corsa mozzafiato di "Aunts Invasion" e l'esilerante "I Knew A Guy Named Larry" ci sbattacchiano su e giù in una inevitabile perdita totale di self-control per poi lasciarci a terra sfiniti.

Riverbero, twang, tremolo, vibrato, eco, fuzz-tone, distorsione... Reid non lascia indietro nessuno degli effetti e delle tecniche che hanno reso grande lo strumento simbolo del secolo appena concluso, a sostenerlo poi c'è una sezione ritmica ispiratissima, in forma olimpionica, che non cade nel facile tranello di fungere solo da comprimaria.

Questi tre maestri burloni della musica strumentale hanno il cervello brulicante di idee e le usano per rendere omaggio a tutti i più grandi chitarristi degli anni della surf-music (e non solo) divenendone presto i più indiziati discepoli.

Irresistibili!

Elenco tracce e video

01   Dim the Lights, Chill the Ham (00:50)

02   Reid's Situation (01:17)

03   I Know a Guy Named Larry (01:19)

04   Exit From Vince Lombardi High School (01:30)

05   Aunt's Invasion (01:51)

06   Running Meredith (02:11)

07   Bang Bang (01:59)

08   Hot Box Car (01:32)

09   In My Room (02:13)

10   Dewy Drops of Spring (00:21)

11   5 American 6 Canadian (01:26)

12   Who Painted Whistler's Mother (02:16)

13   Case of the Missing Lady Fingers (02:02)

14   Jackpot (02:01)

15   D. Tour (01:53)

16   Hunter S. Thompson's Younger Brother (01:54)

17   Misogomy & the Object (02:12)

18   Ben Hur Picked Off in a Gazebo (00:54)

19   Who's Afraid of Alyson Hymer / Wow Flutter Hiss (03:24)

20   You Spin Me Round '86 (01:56)

21   Babakganoosh (01:52)

22   Siesta Cinema (02:50)

23   Dim the Lights, Chill the Ham (reprise) (00:48)

24   Thanks for Buying the CD (00:51)

25   Shakin' All Over (00:25)

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