Una folle corsa in un sobborgo di Bombay...una di quelle scene alla Bollywood, dove chi scappa butta tutto per l'aria, cade, si rialza e riprende a correre a perdifiato, scappando da un indefinito inseguitore. Si apre così con "Joy" questo disco...o forse no?
Apro gli occhi, guardo la copertina: siamo solo nel New Hampshire, è il 1975.
John McLaughlin sta suonando dal vivo con musicisti indiani; davanti c'è la platea del South Hampton college, ma forse me ne accorgo solo dagli applausi catturati dai microfoni nei momenti di massimo virtuosismo del violino di L. Shankar, scandito da tabla, ghatam e mridangam...
McLaughlin l'ha fatto ancora: dopo aver contribuito alla prima scintilla di quel fuoco chiamato jazz fusion con la Mahavishnu Orchestra, adesso se nse sta lì, seduto a terra a gambe incrociate come in un harem, ma imbracciando una chitarra acustica. Sta di fatto inventando quella che i posteri etichetteranno come World Music.
Sono "solo" tre canzoni, ma ben 52 minuti per scrivere un pezzo di storia della musica. E non è un caso che al suo fianco ci siano musicisti destinati a una carriera di tutto rispetto: dopo qualche anno Hussain si troverà a comporre la colonna sonora di film come Apocalypse Now e Piccolo Buddha del nostro Bertolucci; la firma di Shankar compare sulla OST di, tra gli altri, The Passion di Mel Gibson.
Con gli altri due brani le atmosfere cambiano decisamente: nonostante le stupende e vorticose scale arabe dipinte dalle dita di McLaughin e dalle serpeggianti note di violino a contorno, si ha la sensazione di galleggiare in una gigante bolla, sorvolando deserti e distese dell'India, o magari il Tibet, chi lo sa...che neanche le incalzanti percussioni potrebbero interrompere, e così neanche l'ultimo brano di 29 minuti non stanca per la sua durata. Senza neanche saperlo ci ritroviamo in un'atmosfera quasi blues, dove il bending alla nota giusta di McLaughlin prova a catapultarci in un film western.
Dedicate un po' del vostro tempo e ascoltate questo album, lasciatevi trasportare dalle note, e pensate a quale fottuto genio dev'essere McLaughlin per sperimentare progetti musicali del genere all'epoca, ma in fondo per lui è stato un approdo naturale dopo l'esperienza con Cobham e compagni, sebbene probabilmente inconsapevole del filone musicale che avrebbe lanciato di lì a poco...
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