Il 26 Aprile 2003 si spense all'età di soli 40 anni, per la tristezza di tutti gli appassionati di jazz fusion, uno dei più sensazionali chitarristi degli ultimi 20 anni, quello Shawn Lane protagonista assoluto del jazz rock, musicista stimato non solo dai suoi fan, ma anche da grandi artisti tra cui Frank Gambale, John McLaughlin o Jonas Hellborg.

Nonostante la militanza in band di varia estrazione musicale, Lane si è sempre espresso al meglio nei suoi dischi solisti, come dimostra il suo ultimo studio-album, vale a dire il bellissimo "The Tri-Tone Fascination", uscito nel 1999, che rappresenta una sorta di testamento musicale del musicista, lasciato per tutti i suoi fan.
Da un lato merimente musicale, analizzandolo freddamente, questo episodio discografico di Lane prosegue sulle coordinate già segnate dal precedente "Powers Of Ten", anche se in questo caso le influenze rock si fanno decisamente più marcate e decise, laddove invece nel precedente lp erano relegate ad un ruolo di secondo piano.

Descrivere affondo un disco del genere risulta però quanto mai difficile, poichè, a differenza di alcune uscite fusion che hanno un approccio freddo alla musica, questo "The Tri-Tone Fascination" risulta essere pregno di emozioni e sentimenti in ogni nota che esce da ogni singolo strumento: è così che ti ritrovi magari ad apprezzare il sanguinoso rock di "Kaiser Nancarrow", e senza neanche accorgertene sei passato per una "The Way It Has To Be" (uno dei migliori pezzi di tutta la discografia del chitarrista americano) dotata di quel piglio indubbiamente rock che si va ad "imbastardire" con quella melodia jazz che ti fa sciogliere.
Per non parlare poi dei momenti nei quali Lane decide di sfoderare l'anima più dolce, è proprio qui che escono fuori dei veri e propri capolavori immortali quali "The Hurt, The Joy", una piccola opera d'arte di bellezza infinita, capace di sciogliere anche il cuore più freddo con la sua melodia zuccherina e spensierata.

Descrivere oltre sarebbe una vera e propria violenza ad un disco che più che un disco è un'esperienza di vita, so che potrà sembrarvi esagerato, ma questo album ha qualche cosa di magico, che ti sa trasportare via e farti scordare, anche solo per qualche minuto, tutto ciò che ti circonda. Se avete voglia di scordarvi delle bruttezze del nostro mondo, fate anche solo un piccolo salto in questo universo così ricco, vi assicuro che è un buon tocca sana.
Vi chiedo scusa da subito se la recensione sembri un pochino "sensazionalistica" e sfacciatamente di parte, ma date una possibilità a questo album e vi accorgerete di quanto io non stia esagerando.

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