“Gekitotsu! Satsujin Ken”, la cui traduzione dovrebbe essere approssimativamente “Scontro, il pugno dell’assassino!”, noto in America come “The Street Fighter” e in Italia con il poco convincente “Il teppista”, è un film di arti marziali giapponese uscito nel 1974 diretto da Shigehiro Ozawa. La pellicola ha raggiunto lo status di film di culto grazie soprattutto all’apprezzamento di Quentin Tarantino che l’ha più volte annoverato tra i suoi preferiti all’interno del genere, tant’è che in “Una vita al massimo”, sceneggiato da Tarantino ma diretto da Tony Scott, vi è una scena in cui il protagonista va al cinema a vedere proprio “The Street Fighter”.

Il successo dell’opera si deve principalmente al carisma di Shinichi “Sonny” Chiba che interpreta l’inquieto protagonista Takuma Tsurugi, antieroe per eccellenza, che in quanto tale è comunque in empatia con il pubblico, sorta di assassino che si offre al miglior offerente per svolgere missioni per altri impossibili. Il nostro però non è malvagio fino al midollo, motivo per il quale accetterà di proteggere la giovane ereditiera di un impero petrolifero dalla mafia di Hong Kong.

Il film è un susseguirsi di combattimenti violenti che visivamente lasciano il segno, rigorosamente quasi sempre a mani nude, in cui lo stile nervosissimi di Chiba la fa da padrona e tra castrazioni e strappi di corde vocali alzò all’epoca l’asticella della violenza sul grande schermo.

Coprotagonisti nei duelli con Tsurugi abbiamo letali ciechi dalla katana affilata, saggi e potenti maestri di arzi marziali e soprattutto la nemesi Tateki Shikenbaru, che tornerà anche negli episodi successivi, la pellicola è infatti la prima di una trilogia, tra l’altro l’attore che interpreta Shikenbaru, Masashi Ishibashi, fa la parte dell’avversario rivale pure nella trilogia di Oyama, che vede sempre Chiba come protagonista.

Un’ultima menzione d’onore va alla colonna sonora, il cui tema principale, nella sua semplicità, resta in testa per settimane dopo la visione.

In sintesi consigliato a chi cerca violenza visiva ad alto tasso di adrenalina, il tutto condensato in un’ora e mezza di svago a base di mazzate di karate.

Carico i commenti... con calma