"In reality, humanity is HORROR!!".
Ma chi sarà mai quel pirla con la voce da minchione che la band di Kvarforth ha piazzato nei primi due minuti e mezzo del brano di apertura?? Non sono certo un mago in inglese, comunque da quel poco che ho capito, tra un "fuck off" qui e un "shit" lì, l'invasato sembra stia parlando proprio degli Shining e del loro ultimo album, e del contesto che esso intende affrontare…

Facciamo un salto nel passato. Avevamo lasciato la band con un capolavoro del calibro di "Angst…" ed ora ce la ritroviamo qui, nonostante la notizia dello scioglimento, con quello che sembra essere l'ultimo e definitivo disco della loro carriera, "The Eerie Cold".
Un album, questo, che stravolge il percorso musicale che ha caratterizzato la band finora, dedita ad un black metal tremendamente angosciante tanto da meritarsi la nomina di capostipiti del filone "depressive".
Il gruppo rinasce a nuova vita, a quanto pare. A partire dalla copertina, completamente nera con quella che sembra essere l'ombra sfumata di una bambina terrorizzata, alla produzione, estremamente più professionale che nel passato: molto più ascoltabili del passato, quindi, e non solo nei suoni ma anche nel songwriting stesso.

La prima traccia, dicevamo. Appena il minchione finisce di parlare, l'arpeggio di chitarra non lascia scampo: senso della melodia nero come la pece. Subito non credo alle mie orecchie quando vedo irrompere un assolo di chitarra dal sapore vagamente blues (si, avete capito bene, un assolo!! E ce ne sono altri nel disco!), cosa alquanto insolita per gli Shining… Ed ecco un muro di distorsioni ergersi dal nulla, che richiama alla mente i Darkthrone di "Panzerfaust", ed è un'autentica dichiarazione di intenti. La distruzione sonica messa in atto dal gruppo è micidiale, con giri di chitarra marcissimi (ma prodotti splendidamente) che si alternano a riff thrasheggianti che richiamano alla mente i migliori Carpathian Forest… forse anche troppo (nella prima canzone sembra davvero di riascoltare "Morbid Fascination Of Death")!!
Ma soprattutto a fare da padrone è la melodia, scura e dark come è difficile immaginarsela, retta da arpeggi, assoli, giri de basso lenti e malinconici, con un sentimento di angoscia ad accompagnare per mano l'ascoltatore verso la zona più buia dell'Inferno.
Kvarforth offre una prestazione vocale deviata e sofferente, mentre gli altri della band pestano come se stessero lanciando una maledizione all'umanità intera, sorretti da un'atmosfera cupa e profondamente malata, con voci che arrivano da lontano per esprimere il proprio tormento interiore.

Un viaggio letale, un autentico incubo sonoro che non potete lasciarvi scappare.
FUCK HUMANITY!

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