Cosa vi aspettereste da un disco che si presenta con un titolo da Depressive Black, suonato da una band con un nome Depressive Black e che suona come Depressive Black?

Scommetto che vi aspettereste Depressive Black, è infatti questo è quello che troverete in questo disco, tranne per il fato che di Depressive Black ce n'è a dir tanto solo la metà.

Dopo che vi ho sufficientemente confuso le idee con queste asserzioni e smentite iniziali, spero sarete più motivati ad andare avanti, perché questo disco, che piaccia o no, è un esperimento niente male.

Come spesso accade in questo sottogenere, gli artisti preferiscono fare tutto da soli invece che appoggiarsi a qualcun altro, forse per avere più libertà espressiva, forse per l'estrema intimità trattata, forse solamente per dare un immagine di sé maggiormente misantropica (ma preferisco non addentrarmi in questo discorso). Non fa eccezione Shroud Of Depondency che non è una band, bensì un progetto solista proveniente dagli Stati Uniti, del quale questo è il primo Lp datato 2002. Prima che iniziate a prefigurarvi il sound di proposto da costui, faccio subito che precisare che non ha niente a che vedere con Xasthur o Leviathan e, anche se un pochino di più, nemmeno con Judas Iscariot. Dirò di più, Shroud Of Despondency ha poco a che vedere con tutto il Depressive in generale, e credetemi, questa frase non è solo un espediente per catturare la vostra attenzione.

Innanzitutto è molto meno violento e aggressivo di quasi la totalità delle altre band del medesimo genere, in secondo luogo, pur venendo da oltre oceano, trae la sua più grande ispirazione da maestri europei come Forgotten Woods e in misura minore Nargaroth e infine va a ripescare il materiale più vecchio delle band suddette, tracciando un solco profondo tra il suo sound e quello più in voga adesso. Tuttavia, la sua proposta resta maledettamente unica e ne è testimone la durata breve delle canzoni (mai più di cinque minuti) se rapportata a quella delle song dei suoi "ispiratori", il grande spazio dedicato ai brani strumentali acustici (quasi la metà) e soprattutto la scarsezza di elementi definibili come Black. Se si esclude la voce (uno scream abbastanza alto a volte effettato o semplicemente registrato con un microfono di pessima qualità), alcuni riff e la presenza del Blast Beat (nonché una produzione pessima in puro stile Norwegian Black Metal), "For Eternità Brings No Hope" potrebbe sembrare un bellissimo album acustico particolarmente triste e melanconico.

Ma tenetevi forte, perché ora arriva il "bello": in questo cd ci sono forti, se non fortissime, suggestioni Grunge. Ora abbiate la pazienza di seguirmi fino alla fine, perché non mi sarei buttato in una asserzione del genere se non ne fossi più che sicuro e non avrei dato un voto del genere se questo rovinasse l'insieme (e fatemi il favore di cancellare immediatamente il nome Nirvana dalla vostra testa perché loro non c'entrano un bel niente). Ripeto che non sono impazzito e che il disco è più che buono, ma diciamo che ha bisogno di essere capito.

Chi conosce bene Neil Young, Smashing Pumpkins e Soundgarden (tutti più o meno legati al Grunge) non faticherà a riconoscere sensibili e numerosi riferimenti ai succitati nelle tracce di "For Eternity Brings No Hope". Ritengo tutti quanti artisti di grande pregio quindi non giudico un difetto queste influenze, ma capisco che il Black Metaller medio (sempre detto che se ne accorga) possa trovarle assolutamente inadatte. Personalmente le trovo ottimamente amalgamate con il resto anzi, di grande originalità e efficacia emotiva. Certamente le divagazioni "Corganiane" nelle strumentali risultano a volte prolisse, ma da buon amante degli Smashing Pumpkins e del Black metal non posso che essere attratto da questa audace commistione. In altri casi, come l'inizio di "Upon The Planet Of Waste", ritengo che sia per lo meno in malafede dichiarare che questa mescolanza sia inappropriata. Non mancano brani più strettamente legati agli stilemi Black come "Sleep Well (Do Not Awake)" o "To Burn The Heavens" dove le influenze di Burzum e (in misura maggiore) Forgotten Woods si fanno sentire e che di certo faranno contenti i puristi.

Ed ecco che siamo tornati all'inizio della recensione, quando dicevo che di Depressive Black ce n'è poco: se già si considera che la metà delle canzoni sono acustiche e nell'altra metà ci sono pesanti ingerenze Grunge, capirete da soli che non stavo vaneggiando; ma il paradosso è che nonostante ciò il lavoro nel complesso sembra Depressive! Solo sezionandolo pezzo per pezzo ci si può accorgere di quanto in realtà sia marginale la componente Black. Preferirei sorvolare, come quasi in tutte le recensione su cd di questo genere, sull'aspetto strettamente tecnico anche se non posso non menzionare le doti del chitarrista che emergono nei brani acustici (per quanto ammetto che sia facile essere circuiti sulle effettive doti tecniche da pezzi così evocativi). In ogni caso non è la tecnica che rende grande un disco Black, ma la capacità di coinvolgere e credetemi, che le consideriate o no sdolcinatezze, le pennellate di "For Eternity Brings No Hope" ci riescono enormemente.

Un Depressive Black anomalo e particolarmente "romantico" quello di Shroud Of Despondency, che consiglio a tutti quelli che abbiano ampie vedute e che cerchino qualcosa di simile ai Forgotten Woods dei vecchi tempi; il cd, non fosse altro per il coraggio dimostrato, merita un voto alto.

Elenco tracce e video

01   Sleep Well (Do Not Awake) (05:01)

02   The Emptiness in my Tears (03:18)

03   My Final Autumn (03:12)

04   Night (03:22)

05   The Passing (02:58)

06   Upon the Planet of Waste (03:42)

07   I Bear the Scars of Humanity (02:33)

08   To Burn the Heavens (03:53)

09   Something of Nothing (02:50)

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