Nonostante l'inaspettato incontro con una garua(1), l'archeologa Waisbard, stimolata dal desiderio di visitare il celebre 'paese degli Incas', esplorò per la prima volta le pampas di Nazca il 18 luglio 1954. Nei quindici anni di permanenza in Perù, le esperienze che acquisì vennero trasferite nel suo compendio, e si riveleranno una vera e propria minieria di informazioni.

Sorprendenti scoperte archeologiche, misteri, curiosità, leggende, ardite ipotesi, datazioni al carbonio 14, riti macabri(2), stimolanti incontri, e sconvolgenti rivelazioni con il supporto del computer. Difficile non appassionarsi alle considerazioni della Waisbard, su questa misteriosa località, dalle tradizioni sull'astronomia, alla religione magico-politeista, fino a un sistema di cosmovisione a tre piani(3). L'argomento più rilevante ed enigmatico è la presenza delle gigantesche realizzazioni di molteplici specie di animali, contornate da sagome geometriche di enormi proporzioni. Già nel XVI secolo Cieza de León, un noto cronista spagnolo, ebbe l'opportunità di vedere i colossali disegni, e nel 1927 l'archeologo Xesspe, pubblicò il risultato delle sue esplorazioni. Nel 1930 Johnson effettuò un ricognizione aerea, mentre il 22 giugno 1939, fu la volta dell'astronomo americano Kosok, specializzato in paleo-irrigazione. Egli nell'approfondire lo studio sulle opere idrauliche Peruviane, rimase sbalordito, quando vide su uno dei deserti più aridi del mondo la monumentale crittografia dei Nazcas.

I 'disegni' di Nazca, vennero suddivisi in tre tipologie: plazoletas (piste), raies (linee) e figures (figure). La Waisbard si addentrerà in meticolose descrizioni e analisi sui misteriosi geoglifi, ma anche su molti altri affascinanti argomenti. Il termine geoglifo, proposto nel 1964 dal Mostny, fu utilizzato per descrivere le vaste figurazioni zoomorfe, antropomorfe, tracciate sulla pampa o sui pendii montagnosi adiacenti. Tra gli esperti incontrati, l'autrice avrà modo di conoscere Maria Reiche, la cui opera è da ritenersi fondamentale. Ella è la 'conservatrice ad honorem' del patrimonio artistico di Nazca. Purtroppo però già in quel periodo, la celebre località stava subendo una continua opera di distruzione su più livelli. Gli stessi peruviani mostrarono poco rispetto per il proprio passato. Fortunatamente provvidenziali fattori naturali e climatici, riescono a conservare la millenaria bellezza di quei capolavori. Di giorno le pietre accumulano molto calore, con conseguente formazione di uno strato isolante di aria calda, che sabbia e vento non sono riescono a intaccare. Alte percentuali di gesso nel terreno sono in grado di mantenere compatte le pietre confitte. L'assenza di piogge e la presenza di nebbie fortemente saline precipitando su sabbia e pietrisco, li induriscono.

La lettura del volume risulta impegnativa per le lunghe e particolareggiate storie, descrizioni, appunti, ma nel contempo è stimolante e carica di fascino. Il volume è corredato da un buon numero di disegni, schizzi e fotografie. La grande Scimmia Maquisapa, il Cane con le zampe tese, il geoglifo del Ragno, il Colibrì, la Fregata, il Cervo-volante, e altri. Gli interrogativi posti sulla realizzazione dei tracciati visibili nella loro interezza solo dal cielo sono svariati. In che modo, con quali attrezzi e tecniche riuscirono a tracciare queste meravigliose immagini artistiche? Come poterono ottenere una rettilineità perfetta e curve sinuose, per terminare esattamente dove avevano iniziato? La maggior parte degli archeologi ritiene che per ottenere tali 'disegni', sia stato utilizzato il metodo del raspaje, ovvero il raschiamento del suolo. Pietre e ciottoli anneriti dall'esposizione del sole, vennero allineati sui lati, mettendo così a nudo tra i due bordi, il terreno ocraceo più chiaro, ottenendo per contrasto linee facilmente visibili. Un'opera di incredibile ingegno e di mistica pazienza, in quanto le superfici predisposte sono vastissime. Secondo l'autrice, per svelare l'enigma dei geoglifi, è indispensabile effettuare una completa astrazione dal nostro spirito fortemente intellettualizzato. Solo tornando alle sorgenti del pensiero arcaico, attraverso la bipolarità dei contrari complementari, diventando coscienti dell'indefinibile, è possibile giungere alla comprensione del loro significato.

Note.

(1). La garua peruviana è un fenomeno atmosferico costituito da una fitta nebbia ristagnate in prossimità del suolo che proviene dal mare. Si forma a causa di una potente saturazione dell'aria (100% di umidità relativa). L'atmosfera non essendo in grado di trattenete una maggiore quantità di vapor acqueo, si condensa in minuscole goccioline.

(2). La Llallagua erotica era una danza sacra (o rituale) di barbara crudeltà. Gli uomini suonavano il bramador, uno strumento a fiato formato da conchiglie, dalle quali soffiando ne fuoriusciva un suono rauco dalle spaventevoli vibrazioni. Alla fine una sanguinaria sacerdotessa dotata di una mannaia affilata tagliava la testa dello sventurato di turno (culto delle teste-trofei).

(3). In Perù il termine cosmovisione è spesso utilizzato e comprende i significati di cosmogonia, cosmografia e cosmologia. Hanan Pacha è il mondo superiore, quello degli Dei e degli spiriti dei nobili trapassati. Kay Pacha è il mondo di mezzo, dove si trovano la terra e gli esseri viventi. Uku Pacha è il mondo inferiore sotteraneo, dove ci sono i Geni della fertilità e le mummie.

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