Dell'importanza di Siouxsie And The Banshees nel panorama musicale mondiale è già stato scritto a sufficienza anche nelle altre grandi DeRecensioni dedicate a questo gruppo. Vent'anni di carriera, dagli esordi con Vicious nel 1976; il primo album nel '78 con la formazione definitiva, con il grande Steven Severin (Havoc) al basso e lo straordinario Budgie alla batteria e la chiusura nel '95 con "The Rapture".
Il quinquennio 1978 - 1983 a mio avviso è il migliore di tutta la produzione artistica dei Banshees. 'Juju' esce nel 1981 per la Polydor la prima etichetta che abbia avuto il coraggio e la sapienza di produrre i Banshees. Ed ecco il capolavoro. Atmosfere sepolcrali, danze macabre, ballate ripetitive e litanìe al limite della cantilena si dividono il campo con grandi cavalcate Dark guidate dalle ossessionanti percussioni di Budgie.
L'apertura del disco è affidata al pezzo più punk dell'album, "Spellbound". Per rompere il ghiaccio i ritmi ossessivi della batteria e la chitarra acoustica di McGeogh sono perfetti. "Into The Light" è la prima danza veramente macabra del disco. È difficile definirla precisamente, la melodia è volutamente ripetitiva, la voce di Siouxsie è un ricamo raro. "Arabian Knights" è uno dei manifesti dell'intero Dark punk. L'unione della tradizione europea con le quella orientale è pienamente realizzata. L'invettiva politica di Siouxsie contro la progressiva occidentalizzazione del medio oriente è dura e non lascia scampo. Ma lascia il segno. "Halloween" è la prima danza macabra in stile Banshees. (E i Misfits di Danzig in Walk Among Us dell'82 ringraziano). "Monitor" è un pezzo particolarmente elettronico e alienante (industrial?). Qui non occorre fare nulla, occorre solo aspettare che i Banshees smettano di farci sentire quanto in profondità possa scavare una canzone. La successiva "Night Shift" è un passaggio a vuoto. Ebbene si. Nell'economia del disco è sicuramente il pezzo di passaggio.
Le ultime tre canzoni sono un unico climax ascendente dark in cui prima prendono il sopravvento i tamburi sincopati di Budgie, poi la chitarra distorta (quasi "piangente" verrebbe da dire) di McGeogh e infine la grande voce ed interpretazione di Siouxsie. Tre pezzi impossibili da separare. I Banshees sono riusciti a portare tutti gli spettri e le nebbie profonde delle vecchia Albione in un territorio dove si incontrano strane danze africane e angoscianti litanìe medio orientale, ricreando così l'incubo perfetto. Non ci credete? Provate a viverlo.
O volete che Siouxsie provi su di voi la sua nuova bambolina voodoo?
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