A modo loro, ci son gruppi nordici come i Nightwish e gli Epica che ce l'hanno fatta da un po' di tempo a questa parte (...a rubare soldi a diversi fan "sfegatati"). In termini di vendite, i Within Temptation sono una certezza insostituibile dei fan decadenti del symphonic metal. Non mi sento di citare gli Evanescence perchè "sono il massimo che si possa immaginare", anche se spariscono dalla circolazione da un album ad un altro, poi ad ogni loro ritorno fanno saltare il banco... (15 milioni di copie il primo disco, a quel tempo ricordo ancora che certi ebbero il coraggio di etichettarli come un'innovativa gothic rock band, il secondo più di 5 milioni di copie).
La domanda ora è plausibile: i Sirenia del 2009 usufruiscono del diritto di accomodarsi alla tavola dei "grandi" del metal sinfonico, con la guida di una nuova voce femminile? Ebbene si, entrando nei dettagli, già a partire dal 2008 avevo notato un cambiamento tra le file sireniane; ...e mi resi conto che per l'ennesima volta, i Sirenia avevano preso la decisione di rompere i rapporti con la cantante del lavoro precedente, Monica Pederson (ciò era accaduto nuovamente prima del debutto di "Nine Destinies and a Downfall") per arruolare la vincitrice dell'edizione di X-Factor spagnolo: sto parlando della semisconosciuta Ailyn. Penso che sia inutile parlare del mix di questo nuovo album se conosciamo il lavoro del 2007: tastiere in primo piano, tentazioni operistiche, il growl di Morten ben amalgamato con la voce della bellona di turno, una ricerca a dir poco ossessiva del ritornello romantico, tutto ciò al fine di concepire un album chiaro e pulito, senza troppi ritocchi. Passi in avanti rispetto allo scorso full-lenght? Se abbiamo avuto soprattutto la voglia di ascoltare il loro precedente lavoro, il tasso di innovazione è pari allo zero per cento. Non c'è nulla che si discosti dai brani di "Nine Destinies and a Downfall" e questo non può far altro che sconfortare, ancora una volta, i ricercatori dell'originalità. Symphonic/Gothic Metal in decadenza? Dobbiamo soltanto ringraziare l'esistenza di alcune band che, con la pubblicazione in anni recenti di vere e proprie pietre miliari, ancora non gli hanno fatto perdere troppa importanza.
Da una parte, sinceramente, proviamo leggere gratificazioni a canticchiare melodie vocali che hanno il merito di esplodere in veri e propri ritornelli accattivanti e irresistibili, ("Lost in Life", "The Path of Decay") doppiati da una controparte ruggente ad opera dello stesso Veland, che alterna growls e screaming per emanare break violenti e maligni; dall'altra assaggiare ininterrottamente la solita minestra ci provoca un insopportabile senso di nausea. Forse l'unica cosa che possiamo davvero apprezzare è il videoclip del pezzo "The Path to Decay", con riprese davvero originali e di sfondo teatrale. Le capacità di compositori e musicisti ci sono per portare sul mercato qualcosa di innovativo ma forse manca proprio la volontà di uscire "fuori dagli schemi" per spiccare quel volo che è da sempre mancato alla band norvegese.
Elenco tracce testi e video
01 The Path to Decay (04:17)
Life brings nothing for the sane
Keep searching new days on the horizon
While time just seems to slip away
I'm leaving no trace along the way
Seems like I'm falling deeper,
deeper inside myself
Feels like I'm growing weaker,
much weaker each day
along the path to decay
The lights are fading day by day
No cure for the lost, there's no ascending
When life could not become more pale
a new dawn is here, another day
Seems like I'm falling deeper,
deeper inside myself
Feels like I'm growing weaker,
much weaker each day
along the path to decay
Darkness within us all
We're feeble and stand to fall
The daylight has long since gone
but a new dawn has yet to come
Seems like I'm falling deeper,
deeper inside myself
Feels like I'm growing weaker,
much weaker each day
along the path to decay
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Altre recensioni
Di azucena1510
Se lo si ascolta attentamente si nota che il suono raffinato, l'incrocio tra growl e voce femminile, le lyrics terribilmente enigmatiche... fanno di esso un album complesso ma piacevole da ascoltare.
Il pezzo più bello dell'intero Cd, a mio parere, è 'The 7th summer', caratterizzato dalle clean vocals di Morten.