Anno Domini 1991.

Mentre "Nevermind" dei Nirvana attraversa l'etere di tutto il mondo portando il rock mainstream ad un livello quantomeno meno imbecille rispetto all'hair metal imbarazzante dello stesso periodo, il leggendario trio post-industriale underground dei "Cuccioli Malnutriti", capitanato dal carismatico quanto nevrotico Nivek Ogre (aka Kevin Ogilvie) ed accompagnato da cEvin Key (aka Kevin Crompton) e dal compianto e sottovalutatissimo Dwayne Goettel, con al banco del mixer il leggendario Dave "Rave" Ogilvie, dà alla luce un capolavoro, forse IL capolavoro degli Skinny Puppy, su tutti i fronti, ovvero il full lenght chiamato "Last Rights".

Disco creato con l'intera "Family" dei Puppy in balìa delle droghe pesanti (Goettel ed Ogre in primis erano sostenitori dell'eroina, e purtroppo il povero e talentuoso Dwayne sarà la causa ufficiale dello scioglimento all'uscita di "The Process", album dei Puppy uscito nel '96, dato che morirà di overdose nell'agosto del '95), detestandosi l'un l'altro per tutto il tempo del disco, tra urla, dimissioni dalla band ritirate dopo un'ora, ed esaurimenti nervosi reali accaduti durante la registrazione del platter, questo "Last Rights" rappresenta paradossalmente il picco massimo di unità, creatività ed integrità artistico/musicale del trio

Poco o niente hanno a che fare i Puppy di oggi (una versione light senza buon songwriting degli OhGr, imbastardita dall'onnipresente control freak che cEvin Key é diventato) rispetto ai Puppy sicuramente più ostici ma cento volte più intriganti di questo disco di ben 21 anni fa, che ancora oggi risulta all'avanguardia: pattern ritmici pesanti ma in costante variazione tra batteria reale ed un arsenale di basslines sintetiche e drum machines da parte di Key, un inferno di samples schizofrenici, spezzoni di film e melodie malsane di Goettel, delle liriche a metà strada tra il visionario ed il cut-up di natura Burroughsiana sputate fuori dalla voce rauca e devastata di Ogre, questo disco é un'enorme dramma personale dei tre e delle loro vite messo in musica.

Si parte già da un'atmosfera malsana con la inquietante "Love In Vein" dove la voce di Ogre urla senza ritegno, distorta o meno, fa venire i brividi, la musica si evolve per accartocciarsi nella riflessività della bellissima "Killing Game", per poi esplodere con episodi così violenti da non aver senso logico per noi che ascoltiamo magari da seduti o cerchiamo di ballare musica che non vuole farci ballare, ma soltanto stenderci a terra e possibilmente prenderci a calci nei denti: "Knowhere?" e "Scrapyard" i due esempi di assalto sonoro al calore bianco senza senso, come se i suddetti malnutriti cagnolini soffrissero di idrofobia, ci regalano una hit come "Inquisition" ed un momento riflessivo quale "Riverz End", per implodere completamente con la lunga e pericolosissima suite di rumori elettroacustici creati ad arte di "Download", nome di un progetto che Goettel e Key fonderanno assieme a Mark Spybey dei Dead Voices On Air e Genesis P-Orridge (fondamentali i primi dischi con Goettel in formazione, fino a "The Eyes Of Stanley Pain"), l'intero disco é uno degli apici incontrastati in assoluto se si deve parlare di musica elettronica di qualità altissima sotto ogni punto di vista (anche la grafica, curata in maniera particolare, risulta una sorta di complesso puzzle in cui immergersi durante l'ascolto).

E' un peccato per il sottoscritto che i Puppy siano tornati a riesumare senza Goettel la loro band, creando dischi di buona fattura, ma di fatto, sempre con quel triste vuoto lasciato dalla mancanza di uno dei tre, che ha definitivamente abbassato gli standard di una band altrimenti inarrivabile, grazie proprio a quella formazione.

Disco storico, non fatevelo scappare.

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