Il falsetto inquietante di Skip James sembra arrivare direttamente dall'oltretomba. Infatti quando registra questo angosciante insieme di canzoni è ormai un morto che cammina. Malato terminale di cancro, il bluesman di Bentonia è consapevole di essere solo un'ombra provvisoria, la rassegnata rovina di ciò che è stato.

Il fatto è che non si sa quasi nulla di cosa sia stato in vita Nehemiah Curtis James. Dopo aver registrato una manciata di canzoni nel 1931 per la Paramount sparì letteralmente dalla circolazione per farsi vivo musicalmente solo trent'anni dopo. Ma bastarono quelle poche canzoni, registrate in una vecchia soffitta, per conservare intatta l'aurea di mistero che farà di lui una leggenda e che porterà, nel 1964, alla sua riscoperta. E' solo nel 1964 infatti che Skip James venne ritrovato in un ospedale a Tunica, gravemente malato e in attesa di un operazione.

Dopo un'impressionante esibizione al festival di Newport Skip James venne finalmente riconosciuto come un bluesman del tutto innovativo, dotato di una tecnica chitarristica straordinaria e di una voce assolutamente unica. Registrò diversi dischi per la Vanguard negli anni seguenti e "Devil Got My Woman" è uno di questi. Lo stile di Skip James è inconfondibile e le sue canzoni, spesso lugubri e angoscianti, sono caratterizzate da un falsetto asfissiante che rappresenta il tratto più caratteristico dei suoi lamenti interiori, sfogo istintivo di un uomo che sente su di se il peso della morte imminente. Quelle per la Vanguard saranno le ultime registrazioni della sua vita. Skip James infatti, muore di cancro nel 1969.

Su cosa abbia fatto Skip James in quei trent'anni di anonimato è un mistero. Probabilmente fu schiavo della bottiglia e passò quegli anni della sua vita a vagabondare di città in città facendo un po' di tutto. Si dice sia stato anche un mercante d'alcool di contrabbando e un pastore di anime, ministro del culto battista e metodista, ma come spesso capita in questi casi realtà e finzione diventano indistinguibili. Sicuro è, invece, che la dimestichezza con cui suona e canta dopo la sua riscoperta è sbalorditiva. Si dimostra un chitarrista dinamico e fluido, capace di creare atmosfere incredibilmente profonde e evocative e quando abbandona momentaneamente la chitarra, per passare al pianoforte, le sue canzoni attraversano anche alcuni momenti di temporanea serenità, che naturalmente, non sono destinati a durare.

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