Venti e più anni sono passati e dovrò scavare nei miei ricordi più profondi e nascosti. Ma sarà un piacere, anche morboso visto chi mi trovai di fronte, perché fu un concerto feroce oltre ogni limite. Avevo già visto gli Slayer nel 1990, sempre al Palatrussardi, insieme a Testament, Megadeth e Suicidal Tendencies per il "Clash of the Titans Tour", ma in quell'occasione non avevo avuto il coraggio di buttarmi nel pogo: ero ancora un baldo ed inesperto giovane che temeva lo scontro fisico in prossimità del palco.

Aprirono i Machine Head che conoscevo da poco, avendo la band californiana pubblicato qualche mese prima il disco d'esordio "Burn My Eyes"; non ricordo per quanto tempo suonarono ed il numero preciso di canzoni eseguite. Non mancarono i brani più cattivi e stordenti del primo album: "Davidian", "Old", "A Nation on Fire" ed i ragazzi si diedero ben da fare per non annoiare noi del pubblico in attesa (demoniaca) degli headliner. Una cosa ricordo del cantante Rob Flynn: la nera maglietta che indossava con l'immagine cruenta del disco dei Brujeria "Matando Gueros": una testa mozzata!!!

Poi si fece buio sul palco ed entrarono loro, gli Slayer: fu il pandemonio totale, da subito, dal primissimo brano. Ebbero il coraggio di iniziare con "Raining Blood" ed immediatamente mi buttai nel pogo, senza alcun indugio. Più ci si avvicinava al palco e maggiore era la violenza dello scontro fisico; come in un girone infernale di dantesca memoria. Bisognava fare attenzione a non cadere, si rischiava di farsi male per il numero elevatissimo di corpi impazziti e sudati che si scontravano uno con l'altro. Una sorta di trance collettiva gigantesca ed ipnotica, guidata dalla musica del gruppo.

Dietro i tamburi sedeva Paul Bostaph che da poco aveva rimpiazzato, senza farlo rimpiangere, Dave "tripla cassa" Lombardo; le due asce armate di Jeff e Kerry saturavano l'aria di riff iperveloci, contorti, ad un volume da fracassare i timpani. Con la voce indemoniata di Tom che annunciava i titoli dei brani per dare ancora più risalto al loro devastante spettacolo. Tutti i brani più cattivi e "bastardi" dei primi imprescindibili album furono eseguiti ad una velocità ancor più furiosa e letale: "War Ensemble", "Spirit in Black", "South of Heaven", "Seasons in the Abyss" e l'immancabile "Angel of Death" che chiuse la prima parte di un concerto spaventoso a livello di intensità.

Per i pochi sopravvissuti, che ancora reclamavano una seconda uscita della band per i bis finali, vennero suonate "Hell Awaits" e "Chemical Warfare": chi conosce i brani sa che non servono ulteriori miei commenti...DA PAURA...Giunsi infine a casa in condizioni pietose, con ogni angolo del corpo ricoperto da lividi: è la semplice verità, credetemi!!!

Da quel giorno ho elaborato una personale teoria sul pogo che si è rafforzata negli anni successivi: se passi indenne un concerto degli Slayer, puoi benissimo pogare con qualsiasi band, senza subire danni. Una sorta di esame universitario da 110 e lode (satanica).

Ho poi rivisto la band in almeno altre cinque occasioni, ma l'inaudita ferocia di quel 25 Novembre 1994, per quanto mi riguarda, non fu più raggiunta. Del resto "Satan laughs as you eternally rot".

 

 

Ad Maiora.

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