Rustico live.

"Te l'ho detto che dovevamo svoltare a destra!"

Questa sera la nebbia aveva appuntamento da un'altra parte, ma ci abbiamo messo del nostro meglio per perderci lo stesso, tra risaie e cascine pavesi tutte uguali, fatte con lo stampino. E meno male che ho scaricato dal sito il tragitto per raggiungere l'Ortosonico, circolo arci (che sarà tutta una sorpresa) a metà strada tra Milano e Pavia. Usando la cartina a mò di mappa del tesoro l'amico Plummer mi fa da navigatore e alla fine dopo un interminabile sterrato con vere e proprie voragini che scoraggerebbero chiunque, si arriva nel punto x.

Dopo aver appena ospitato Vic Chesnutt e il suo progetto Six Organ... Stasera da S.Francisco ci sono gli Sleepy Sun con un solo disco all'attivo (magico) e il motore del furgone posteggiato li fuori ancora caldo. Arriviamo un po' in anticipo, ce ne accorgiamo quando Massimo, uno dei gestori, ci chiede se vogliamo mangiare con loro; accettiamo di buon grado.

La sorpresa è che quel "loro" si riferiva alla band!

Forse abituati alla pessima dieta americana, i sei più un roadie si divorano i piatti della cucina lomellina, oltre alla carne cucinata direttamente sul caminetto e un buon rosso. Noi meravigliati iniziamo ad entrare in clima e ci spostiamo nella altra stanza dove spicca il palco già addobbato e alcuni ragazzi che finiscono le ultime bistecche rimaste sul camino. Passata un'ora scarsa la band si sdebita nel modo migliore possibile: suonando..

Il live è qualcosa di catartico. La "forma canzone" come la conosciamo tutti si perde tra le pareti rosse del locale, lasciando spazio a immense improvvisazioni e lunghi mantra ("New Age" e "Sleepy son") in cui i sei, ognuno a suo modo contribuisce arricchendo il breve repertorio a loro disposizione ad oggi.

Vengono passate in rassegna tutte le tracce dell'album d'esordio "Embrace" (2008) e anche  qualche estratto dal lavoro solista della cantante Rachael Williams.

Se c'è una cosa che mi ha colpito più di tutte è quest'ultima, la voce di Grace Slick in un corpicino di ragazza di un metro e sessanta che potrebbe essere benissimo la tipa che tutti i giorni prende il bus o la metro davanti a voi.

Tre chitarre: due elettriche una acustica, basso, batteria, due cantanti: Rachael, anche flauto dolce e strumenti percussivi tribali, e Bret Constantino armonica a bocca e la già citata chitarra acustica per quel tocco folk in più.

Non si può non pensare agli Airplain (su tutti) ma anche ai Doors più cupi col tocco space che i gruppi Krautrock dei ‘70 (principalmente Can e Hawkwind) seppero formare.

Psichedelia pura quella degli Sleepy Sun, di quella che ti fa fluttuare nell'aria lasciando come unico punto di contatto al terreno un involucro vuoto, privato di quello spirito libero che sta roteando a due metri d'altezza.

Radioguidato da sei sciamani.

Lo stesso spirito libero che alberga dentro tutti noi ma che ha bisogno della scintilla giusta per esplodere nel petto e librarsi come un'aura.

Dal lato squisitamente tecnico c'è di che rimanere meravigliati per i continui saliscendi e i numerosi break-tempo da lasciare di stucco. Tutti quei suoni ricercati, realizzati in studio e catturati nel disco, sono stati eseguiti pari  pari  senza l'aiuto del digitale,  presente ormai anche nelle esibizioni dal vivo. Solo il pianoforte, che manca, è sostituito dal flauto e dai vocalizzi.

Comunque più elettrici dal vivo che su disco, come è logico che sia.

Chi impazzisce per Black Mountain, e ha nelle vene il fluido malato e primitivo dei Blue Cheer, (guardacaso di Frisco anche loro) credo che abbia già afferrato e sappia che tipo di serata è stata.

Io e i pochi presenti ci godiamo un concerto intimo come pochi altri: chi seduto davanti al palco, chi in piedi ai lati dello stanzone, chi con un piede appoggiato al muro, chi come me e il "vecchio" Plum spalmati sul lungo divano rosso a benzinarci di birre medie.

Le maniche di giubbotto ora fanno spazio a quelle corte delle t shirt, lo spazio di fare gli ultimi due "dilatatissimi" brani per i pochi presenti e dare sfoggio dell'amalgama strumentale perfetta, plasmata in giro tra nuovo e vecchio continente. Alla fine, trascorso il tempo di una partita di calcio i sei ragazzi stanno salutando non prima di avere ringraziato per il cibo ed il vino. I complimenti di rito (sinceri), un brindisi e due chiacchiere con Rachel mentre ci firma l'interno del disco e poi scappano a smontare stage e caricare il furgone affittato che li porterà in Svizzera.

La certezza è quella di avere assistito ad un avvenimento unico nel suo genere, in un atmosfera che definire confidenziale è riduttivo. I confini tra la campagna pavese e la costa occidentale degli States non sono mai stati così vicini. Potere della musica evocativa dei "Nostri" e di un caminetto.

Ho risparmiato un bel po' di euro per il volo transoceanico, ho attraversato l'Atlantico, fatto un coast to coast in pochi minuti giungendo sulle collinette di S.Francisco, il tutto seduto comodamente sul divano rosso messo li apposta, forse, da Massimo.

Il tutto per euro 5.

Alla faccia di Ryanair, questo si che è un venerdi low cost.

Grazie Sleepy.

 

Il parere del commendatore Bossolazzi:

Per l'atmosfera, per l'accoglienza, per la musica, per la birra e le bistecche. Ma mi ricorderò di questa serata anche per la frizione che quasi ci lasciavo, tornando per quella stradina di campagna. Cinque (nespole) a chi c'era!

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