Ahhhhh l'Olanda! La terra dei tulipani, ma anche dei coffee shop con sorpresa (torte al gusto sfizioso di maria-giovanna!), delle donnine messe dietro un vetro e dei klumpen! Voi direte ma che caaaaaa...spita sono i klumpen? Avete presente quelle scarpe di legno con una punta che se ve le danno sui marroni vi fanno diventare Amanda Lear all'istante? Ho capito, volete che parli della recensione e basta.
Sentite però cari lettori: dovevo descrivere da dove vengono questi simpatici rockettari olandesi. Inoltre, provate a miscelare per bene gli AC/DC più cazzuti con i Def Leppard di "Pyromania" et voilà! Avrete gli Sleeze Beez! Qui, secondo me, nella loro opera omnia, ovvero "Powertool" del 1992.
Sta di fatto che dopo dieci anni di carriera circa (dal primo "Looks Like Hell" dell'87 a "Insanity Beach" del 1994 fino allo scioglimento definitivo nel 1996), anche gli Sleeze Beez sventoleranno la bandiera bianca, ma attenzione però: sembra che pure loro stiano tornando con una inaspettata reunion che, per ora, si è concretizzata solo con qualche show dal vivo! Ciò nonostante, pur regalando qualcosa di buono, le malelingue biforcute diranno sempre: "Bah, non avranno certo creato capolavori"! Eh già, ma prova te a sfondare dall'Olanda, è come parlare dell'Italia (quasi dai, non esageriamo visto che qui esiste solo Sanremo!). Come nel loro piccolo le formiche si incazzano, anche gli Sleeze Beez hanno voluto contribuire (cercare dai...) con dedizione e passione alla non sempre accettata causa dell'ambiente hard rock.
Fra i cinque componenti del gruppo sicuramente quello più carismatico è stato il cantante Andrew Elt, gli altri erano sicuramente ottimi musicisti (soprattutto Jan Koster il batterista e Chris Van Jaarsveld alla chitarra), ma era Elt quello che ha cercato di trascinare il gruppo, con quella sua voce ruvida e spigolosa come la carta vetrata!
E le canzoni? Beh, anche quelle erano delle vere e proprie fucilate! Tralasciando l'intro "Appetizer" che sembra cantato dal leopardo sordo, la vera opener "Raise A Little Hell" coniuga alla perfezione hard rock e melodia e non mancano altri episodi di notevole spessore come "Watch That Video" con un andazzo niente male o "Head To Toe", in cui i nostri pigliano in giro le radio.
Ma gli olandesi si sa sanno anche essere romantici, in maniera non riuscita come in "I Don't Want To Live Without You" (la peggiore del disco e dalla quale fu pure estratto un video!), mentre, rialza le quotazioni, l'altra ballad "Bring Out The Rebel", decisamente grandiosa e meno scontata.
C'è spazio anche per le chitarre slide e per il blues (ospite un certo Tommy Kiefer dei Cinderella) nella intrigante "Dance" per poi ritornare su binari decisamente più selvaggi e di classico stampo AC/DC su "Like A Dog" e "Put Your Money Where Your Mouth Is". Forse il finale tende un pò a scemare (tranne su "Fuel For The Fire" dove la "benzina" ancora viene sprecata saggiamente!) ma questo vale per il 90% degli album in circolazione (parlo delle ultime uscite ovviamente!).
Qui finisce l'invasione olandese con fiumi di rock, sudore e puzza di ascella a non finire! E pensare che forse anche questi olandesi d'assalto avrebbero meritato di più. Sappiamo benissimo che la vita è ingiusta ma un'ottimo album resta sempre tale per sua fortuna e questo Powertool ne è la prova. Se avete modo di sentirlo accendete la canna del gas e poi..ah è già esplosa la casa? Ops......
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