Fiocca la neve, lenta e copiosa, stendendo il suo candido manto silenzioso sui tetti e sulle vallate. Il mondo sembra fermarsi, le lancette si muovono lente, e anche l'oggetto più miserabile acquista una poetica aura di purezza. Pare che attorno a noi ci sia una sorta di grande bolla, che ovatta ogni rumore di questa nostra epoca, timorosa sempre più della quiete, tranne le risate dei fanciulli e i sospiri delle anime nobili che ancora sanno emozionarsi di fronte a eventi come questo. La premurosa passerotta stringe i figlioletti tra le ali, sovrastando il gelo che regna sovrano col calore dell'amore.

Al diavolo, metto l'ultimo cd dei Sodom!

Le leggende del Thrash teutonico sono tornate, e pure in grande stile. Già, perché la band del vecchio stupratore di angeli avrà anche quasi trent'anni di musica violenta, folle e malata sul groppone, ma questo "In War And Pieces" è un chiaro segnale che i Sodom hanno ancora molte cartucce nel loro fucile. Che questo sia un disco del gruppo tedesco lo si capisce da subito: la solita copertina di merda. Non fatevi ingannare, però, perché "In War And Pieces" è la solita bomba pronta ad esplodere, e una volta che avrete cominciato non potrete più farne a meno. I Sodom ci presentano un lavoro dalla pregevole fattura, condito da un'eccellente produzione (vi dice niente il nome di Waldemar Sorychta?) che ha reso il sound affilato e immediato al punto giusto. Certamente non un album "di mestiere", dunque, bensì 47 minuti che trascorrono piacevolmente tra riff maciullanti e tratti fluenti e melodici. Il buon vecchio Tom Angelripper offre una prestazione notevolissima, con un timbro oscuro che però sa come raggiungere le vette più alte quando necessario ("Nothing Counts More Than Blood" su tutte), dimostrando di essere invecchiato decisamente meglio di altri suoi compari, mentre Bernemann, coi suoi assoli e il suo devastante impianto ritmico, riesce a farci incazzare contro gli orrori e le nefandezze della guerra, che è ancora una volta il tema dell'album; l'unico a deludere è il povero Schottkowski, ma state certi che si rifarà. Poche le tracce da segnalare, anche perché la qualità è ben distribuita; una menzione speciale per la mitragliante "Hellfire" e la sfuriata "Knarrenheinz", pezzo dalla velocità a dir poco supersonica in cui i nostri si sfogano in lingua natia.

"In War And Pieces" è un disco notevole, che -vista la mirabile alternanza tra mid tempo e accelerate belliche- non presenta neanche un punto morto e saprà deliziare parecchi palati. Insomma, in un mercato pieno zeppo di squallidi cloni, i nonni Sodom dimostrano che sono ancora quelli con qualche ruga in più a fare la differenza. Non il lavoro più completo dei Sodom, come afferma quell'esaltato di Bernemann, ma sicuramente una release degna della band di questi tre signori. UH!

 

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