Inaspettato come uno scoiattolo che all'improvviso ti attraversa la strada mentre in auto attraversi una strada di montagna.
Gratis come un volo di uccelli nel cielo.
Imperfetto, come la "falla" nel sistema di sicurezza che mi ha permesso di seguire il concerto a due passi da Linkous, oltre le transenne.
Spesso di una straziante e meravigliosa bellezza, come Saturday e la sua interpretazione.
Altrettanto spesso narcolettico come Sad and Beautiful Word composta con il respiro del sole sonnolento nelle prime ore del mattino.
Non compreso dalla maggioranza del pubblico "ungimi tutto, tanto stasera non so che fare e non si paga niente", come forse una buona parte di queste mie righe.
Più che un concerto un veloce pro-memoria di quasi tutti i frutti più soavi e genuini (quelli transgenici dell'ultimo album questa volta li abbiamo lasciati quasi tutti nella cesta) dell'albero musicale Sparklehorse (oltre Saturday, con la sua straziante malinconia, Sad And Beautiful World, Hearth of Darkness, Saint Mary, Sea of Teeth, Painbirds, ed altre).
Chi l'avrebbe potuto immaginare anni fa, nel pieno della infatuazione Sparklehorse, che sarei riuscito a convincere Mark Linkous a cantarmi dal vivo "Hundred Of Sparrows" in modo che la potessi "ballare" abbracciato a mia figlia a due passi da lui, sotto gli occhi perplessi di mia moglie?
Il resto delle parole e delle immagini, e qualche parola in più su chi siano gli Sparklehorse per i non addetti ai lavori, sono tuoi, caro Qzerty (ti ho visto, ti ho visto...).
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