"Clockers" è un romanzo di Richard Price incentrato sulla figura del dective Rocco Klein, agente anziano in perenne disagio tra i suoi colleghi, con una vita coniugale a pezzi e con un attore alle costole, pronto a rubargli le espressioni per le scene giuste. Klein inciampa in omicidio - quattro colpi per un nero che vende hamburger a Brooklyn - e finisce per cadere, come in tutti gli inciampi, non nel punto esatto in cui comincia la deriva... tra i Clockers, appunto. Spacciatori di crack, attivi ventiquattro ore su ventiquattro, pronti a tutto pur di svoltare.

Martin Scorzese comprò i diritti del romanzo e, deciso a dirigerlo, lavorò, con lo stesso Price, sulla sceneggiatura per un anno salvo ripensarci e limitarsi al ruolo di produttore. Credo funzionò più o meno cosi: deciso a non dirigere i lavori chiamò un assonnato Spike Lee che tra un paio di fuck e shit gli disse che c'"avrebbe pensato" e ci penso sul serio. Spike Lee cambiò il punto di partenza, girò la telecamera e la puntò su Strike, figlio del ghetto, clocker incallito, attratto dai trenini elettrici, dal latte al cioccolato e dal gangsta rap.

«Puoi cacare positivo a schizzo, ma questo cazzo di mondo non è positivo, è negativo e tutto questo sesso e violenza non fa che far vendere più dischi.»

"Clockers" è un insieme di seguenze, casi e situazioni, dove la gente non fa altro che scendere, giorno dopo giorno, attimo dopo attimo, girone dopo girone, tra le braccia di Satana, abbracciati alla propria croce sempre più pesante. Nasci buono e diventi cattivo; nasci cattivo e infondo sei un buono; nasci buono, rimani buono e finisci per diventare cattivo... un cattivo cadavere, per la precisione. E' la vita del ghetto, le conseguenze della vita di strada. Tyrone è un dodicenne sveglio e gentile e gentile in un posto del genere vuol dire sfigato. Tyrone decide di cambiare la sua vita, si sceglie un maestro di vita, di vita cattiva. Il maestro è Strike, il clocker che alza 1500 dollari a settimana, che non fuma crack perchè per lui conta solo far grana. Tra i due c'è affetto, compassione per la vita violenta messa in onda e nella quale sono protagonisti. Rocco s'incolla al culo di Strike, a quello di Victor (il fratello, quello vero, di Strike) e inciampa in quello di Tyrone.

Spike Lee è uno sveglio e uno sveglio che le cose le ha viste, le ha conosciute e chi si è fatto conoscere dalle cose stesse sarà sempre uno sveglio al cubo. Un sopravvissuto, uno con lo sguardo magari sornione, ma che non si lascia fottere dal primo arrivato. Non ci sono buoni o cattivi, non ci sono bene o male... c'è la vita e quello che la vita ti costringe a fare e la vita del ghetto non è rose e fiori. "Clockers" è una telecronaca fatta ad immagini di quello che succede a nascere in un posto che ti seleziona giorno dopo giorno, gesto dopo gesto. A muso duro pronto a sbatterlo su qualcoso di ancora più duro.

"Clockers" comincia con una sequenze di foto di ragazzi neri morti ammazzati, con pallottole che li trapassano da parte a parte, freddi sull'asfalto freddo di New York. Come lo stesso Lee disse: « È rivolto agli abitanti del ghetto di New York. Ho voluto tirar fuori le loro contraddizioni per far capire che nascere neri e poveri non significa necessariamente nascere gangster, spacciatori, drogati, ballerini o rapper, ma che si può perfino studiare, avere un lavoro, metter su famiglia. »

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