Nel 1982, dopo essersi fatti conoscere con la seminale "Mekano", danno alle stampe il secondo album, un'opera monumentale per l'era industrial.

Un flusso infinito di pulsazioni, battiti, controtempi, metallurgia sonora. Non c'è un attimo di silenzio o di riflessione. Sincopi nette e perfettamente scandite si insinuano negli ingranaggi della fabbrica.

Una tetra macchinosità si fa largo nelle quattordici composizioni del combo australiano. Nell'industrial, il mantra, viene condito da futurismo e arti visive, proprio come i live dei Throbbing Gristle.

Una concezione sorprendente che, se non presa alla lettera ed eseguita in modo statico, non delude mai. Qui non troviamo ghirigori o concessioni melodiche, giusto per stemprare il narcotico magma ad infinitum.

Crudo, spietato, clamori triviali. Non c'è nulla che passi inosservato. Elettricità e movenze guardinghe sono le reazioni che suscita l'ascolto di tutto ciò.

E' una prova di forza. Vedere quanto la nostra mente riesce a farsi turbare da un minaccioso limbo virtuale.

All'improvviso si esce dal proprio corpo..

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