Personaggi come Tom Jenkinson meriterebbero studi e ricerche approfonditi per capire cosa frulla nei loro cervellini.
Il buon Tom, noto ai più come Squarepusher, si diverte dal 1996 a proporci il suo schizofrenico mix di beat frenetici ed impazziti, campioni tagliati con l'accetta e rimontati alla ben meglio, acidume elettronico vario e chi più ne ha più ne metta, giungendo alla pubblicazione di capolavori come "Hard Normal Daddy" (uscito nel 1997), una delle prove più convincenti della sua carriera ormai decennale.

Nel 1998 il "pusher di piazza" ritorna alla ribalta, e lo fa con un EP/Minialbum che conferma appieno le impressioni suscitate dal suo brillante predecessore. Si parla chiaramente di "Big Loada", lavoro che per molti porta a definitivo compimento l'evoluzione sonora del producer di casa Warp.
Dodici le tracce dell'album, tra pezzi inediti e remix, dodici gioielli che scorrono via come schegge impazzite, costringendo l'incauto ascoltatore a premere più volte il tasto repeat dello stereo per coglierne la seppur minima sfumatura.

Si parte con la mitica "Come On My Selector" (splendido il video, diretto dal geniale Chris Cunningham), dove a velocità supersonica si scontrano bassi slappati dal sapore fortemente jazzy e campioni vocali irresistibili, per un risultato da ovazione. Proseguendo con l'ascolto ci si imbatte in perle di rara bellezza, come la raggaggiante "Full Rinse" con MC Twin Tub, la schizoide "Body Builder (Dressing Grown Mix)", un ottimo sottofondo per ogni reparto di neurologia che si rispetti, passando per il "D-D-D-DJ" scandito e ripetuto più volte nella delirante "Tequila Fish" e le atmosfere morbide e ambientali di "Port Rhumbus", fino alla straordinaria "Significant Others", piena zeppa di echi, riverberi e sonorità acquatiche da Fossa delle Marianne. Sublime. La breve "Barn (303 Kebab Mix)", strizzatina d'occhio alla Breakbeat allora in voga, chiude trionfalmente il disco, promosso con il massimo dei voti.
C'è però ancora spazio per la bonus-track "DATA", presente esclusivamente nella versione europea, e che aggiunge ulteriore prestigio ad un lavoro che intriga e ammalia fin da subito.

Certo, il rockettaro purista probabilmente non apprezzerà, il fan della melodia facile storcerà il naso, ma a Squarepusher va riconosciuto in ogni caso un merito: aver creato una ideale colonna sonora per chi non ha paura di spingersi oltre.
Come fare a non amarlo?

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