Marines. Macchine.

Full metal jacket è un film sulla decisione di uccidere e sulla perdità di umanità.

Nella prima parte vediamo come le persone vengono trasformate in assassini. Questo processo di disumanizzazione fa sì che il soldato Palla di lardo, già ritardato, impazzisca e si uccida perchè non sopporta più di vivere.
Nella seconda parte Joker lavora come reporter ed è testimone di tutte le atrocità che accadono in Vietnam. La struttura è debole ma, ancora una volta, ha lo scopo di mostrare come i capi dell'esercito non siano in grado di gestire la situazione. Joker parla senza cognizione di causa, perchè non ha mai combattuto sul campo.
La terza parte mostra come gli uomini diventano assassini. Joker scopre sulla propria pelle cosa si prova a vedere uccidere. E' incapace di combattere, tutto quell'addestramento  non gli è servito a niente, perchè possiede ancora intelligenza e umanità. E' l'umanità che lo spinge a dare il colpo di grazia alla ragazza-cecchino, prova compassione e non odio per la sua prima vittima.

La duplice natura di Joker, assassino e individuo compassionevole, è sottolineata dal suo abbigliamento (le parole "Born To Kill" sull'elmetto e il distintivo pacifista sul petto) e dalle sue parole durante un'intervista ("Io volevo tanto vedere l'esotico Vietnam, il gioiello dell'Asia orientale. Io volevo incontrare gente interessante, stimolante, con una civiltà antichissima. E farli fuori tutti").

Molti i temi ricorrenti: il combattimento a mani nude delle reclute durante l'addestramento (ma la guerra si  combatte con i fucili), lo sguardo fisso (Hartman lo ha sempre, Palla di lardo lo ha quando Hartman parla di Whitman e Oswald e prima di uccidersi, la maggior parte dei vietnamiti lo ha sempre, Joker lo ha alla fine, quando uccide la ragazza), il teatro (Hartman interpreta un ruolo nel teatro della guerra, tanto per fare un esempio), la maschera/il travestimento (i giornalisti fingono di dire la verità), la tecnologia sempre ricorrente in Kubrick (i fucili, gli strumenti della guerra), l'errore fatale (Joker cerca di dare un significato politico e morale a una situazione priva di politica o etica. Deve uccidere o farsi uccidere. E' stato addestrato a uccidere e ora deve usare ciò che ha imparato per sopravvivere, senza pensare. Pensare è il suo errore fatale), il paralitico/la malattia (Palla di lardo è ritardato), il crollo della società (Parris Island ha regole brutali ma è un luogo sicuro, il mondo dei giornalisti dell'esercito è ipocrita e disonesto, ma sicuro, sul campo invece non ci sono nè regole nè amici e l'unica preoccupazione è sopravvivere), i rapporti familiari (l'unica famiglia è a Parris Island e si disperde poco a poco durante la guerra), Topolino (Hartman entra nelle latrine dove ci sono Joker e Palla di lardo gridando: "Cos'è questa merda di Topolino?", nell'ultima scena il plotone marcia attraverso la città in fiamme cantando l'inno di Topolino).

Scendendo più nel dettaglio, cosa più che necessaria per un Capolavoro del genere, noteremo la fine mano di Kubrick: la simmetria delle baracche, il noir/espressionismo (specie quando Palla di lardo uccide Hartman), la camera a mano (Kubrick si era innamorato della steadicam, perchè non si ha più quella sensazione di guardare un documentario trasmessa dai movimenti a scatti della camera a mano. E' qui possibile fare un confronto con le scene di battaglia di Il Dottor Stranamore), i cerchi (le porte circolari in Vietnam, i soldati in cerchio attorno ai due soldati morti), il carrello all'indietro (Hartman che passa in rassegna le reclute, la corsa durante l'addestramento, la sfilate dei marines, il plotone che avanza lungo la strada, l'auto di pattuglia che avanza), la voce fuoricampo (presente seppur occasionale), il linguaggio/gergo dell'esercito e dei soldati (cosa che ricorda molto Arancia meccanica).

Inoltre ci sono molte differenze tra il film e il romanzo di Gustav Hasford "Nato per uccidere". Sebbene molti elementi siano uguali, il libro è molto più forte del film. Innanzitutto la personalità di Joker, che nel libro è più duro, sarcastico, cupo. Nella parte centrale, si ribella a tutte le nefandezze che deve sopportare come giornalista, uccide per pietà la ragazza e viene trasferito al fronte. Alla fine, quando la pattuglia è presa di mira dalla ragazza-cecchino e Cowboy viene colpito, Joker prende il comando e decide di uccidere il suo amico. Così facendo impedisce agli altri di lanciarsi all'attacco comeJohn Wayne e di farsi uccidere in un inutile atto di eroismo. Joker salva i suoi compagni, sperando di sopravvivere agli avvenimenti futuri. E' una fine molto più cupa di quella del film.

In conclusione, direi che dopo l'incredibile assalto verbale dei primi 40 minuti, grazie all'interpretazione superba di Lee Ermey, l'interesse dello spettatore diminuisce seguendo le vicende del mite Joker. In generale, le scene più atroci non sono particolarmente terribili, anche se la sequenza in cui il mitragliere spara indiscriminatamente sui civili dall'elicottero è spaventosa. L'interesse si risveglia nella sequenza del cecchino, ma non si riesce a coglierne il significato perchè Kubrick non ne spiega chiaramente le intenzioni. Per tutto il film Joker conserva la sua umanità, nonostante il lavaggio del cervello dell'esercito, e alla fine è costretto a compiere delle scelte morali. Si consola però pensando di essere ancora vivo, seppure in mezzo all'inferno ("Certo, vivo in un mondo di merda, questo sì, ma sono vivo. E non ho più paura").

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