Un nome a caso dal catalogo della ECM, la casa discografica tedesca sinonimo di alto livello qualitativo: Stephan Micus. E un disco a caso dall'ampia produzione di Micus, anch'egli tedesco, polistrumentista e compositore. Serve un titolo accattivante, che invogli all'ascolto: "Listen to the Rain", ecco, album registrato tra il 1980 e il 1983. Titolo decisamente new age, quando la new age era ancora di là da venire, realizzato con una strumentazione altrettanto decisamente world music quando la world music era una categoria commerciale non ancora inventata.

Micus deve la strumentazione di questo album ai suoi viaggi intorno al mondo e allo studio, con musicisti del luogo, degli strumenti via via incontrati: suling e shakuhachi, entrambi flauti di bambù, il primo proveniente da Bali, l'altro di origine giapponese; dilruba, uno strumento indiano simile al sitar, suonato con un arco; tambura, una specie di liuto di origine indiana ma presente anche nei Balcani; oltre alle chitarre acustiche, ideate dallo stesso Micus, a 10 corde o 7 corde doppie.

Disco interamente strumentale in cui fascino e gradevolezza sonora vanno di pari passo. I primi tre brani (durata media 7 minuti) sono sostanzialmente dei duetti che danno la possibilità a Micus di dare sfogo a tutta la sua verve melodica: in "Dancing with the Morning" l'introduzione è affidata alla chitarra cui si affianca in seguito il flauto di bambù; nel brano che dà il titolo al disco un ostinato di cinque note costituisce il supporto su cui poggia un lungo assolo di chitarra che chiude poi, solitaria, il pezzo; in "White Paint on Silver Wood", ancora il flauto di bambù disegna le linee melodiche ed è poi raggiunto, fino alla conclusione, dalla chitarra.

Più lungo e articolato il quarto brano, "For Abai and Togshan", quasi interamente affidato all'intrecciarsi e al sovrapporsi di dilruba e tambura: 20 minuti di grande fascinazione in un pezzo suddiviso in tre o quattro episodi principali, con un breve inciso di chitarra, in cui la maggior preoccupazione di Micus è disegnare ariose melodie che invadono con la loro suggestione lo spazio sonoro.

Un esempio, tra i tanti, di talento e di sensibilità musicale, "Listen to the Rain" ci dimostra una volta di più la versatilità del suo autore, che trova con gli strumenti e le culture musicali di un mondo solitamente a noi remoto il tono più personale della sua voce.

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