Quando si dicono le coincidenze. Solo recentemente, due dei nostri migliori hanno colmato un paio di lacune del mitico DeDatabase, recensendo il primo disco solista di Stephen Stills e la prima opera dei Manassas. Mi aggiravo dunque nel negozietto del mio spacciatore, quando mi è caduto l'occhio su un cd di Stills che non avevo mai visto. In effetti era uscito quest'estate, pur essendo stato registrato nel 1968. Prima di accingermi a raccontarne la storia, è bene comunque dare qualche informazione ai neofiti.

Stephen Stills in effetti è un caso un pò particolare. Pur essendo uno dei maggiori talenti della canzone americana, ha dato il suo meglio nel brevissimo spazio di sei o sette anni, diciamo dal 1966 al 1972, dal primo album dei Buffalo Springfield, al primo dei Manassas, per poi non produrre più niente di eccezionale nelle successive tre decadi e mezza. Parabola molto simile in ciò a quella del sodale David Crosby. In quegli anni però è protagonista di alcuni dischi meravigliosi, i primi due dei Buffalo Springfield, il progetto con Crosby e Nash, con e senza Young, quello chiamato Manassas. Tanto per farvi capire la considerazione che aveva l'uomo a fine anni '60, sia come autore che come chitarrista, mi basti ricordarvi che nel suo primo disco solista vi suonarono Eric Clapton e Jimi Hendrix. Non credo serva aggiungere altro.

Veniamo al cd in questione. 26 aprile 1968. Stills accompagna la fidanzata dell'epoca, la cantante Judy Collins, ad una registrazione presso degli studi di New York. Finite le sessions della Collins, non è troppo tardi, e Stills allunga qualche centone perché i fonici non se ne vadano e registrino qualche suo pezzo. Si mette a suonare ed incide in breve tempo, accompagnato solo dalla sua chitarra acustica, le canzoni che ha scritto nell'ultimo periodo, dopo lo scioglimento dei Buffalo Springfield. Se ne va ripromettendosi di ripassare a prendere i nastri. Non lo farà mai, l'inizio dell'avventura con Crosby e Nash lo assorbe completamente (verrà soprannominato Captain Manyhands per aver suonato tutti gli strumenti nel primo disco del trio, quello del sofà per intenderci). Nel 1978 lo studio di registrazione sta chiudendo, e Joe Colasurdo, uno dei gli ultimi ad usarlo, ha la fortuna di ritrovare questi nastri, pronti per essere buttati, in una cassa con la scritta "Stephen Stills". Se li porta via, ma solo venticinque anni dopo riuscirà, tramite un amico in comune, a farli avere a Graham Nash, che poi li passerà a Stills. La benemerita Rhino finalmente quest'estate li ha pubblicati.

Ebbene, cosa contengono? Le primi registrazioni dei tre classici scritti da Stills per il disco d'esordio targato C, S & N, ovvero "Wooden Ships" (scritta in collaborazione con Crosby e Kantner dei Jefferson), "Suite: Judy Blue Eyes" (provate ad immaginarvi Judy Collins che ascolta Stills mentre le canta questa canzone) ed "Helplessy Hoping". "Black Queen", che finirà sul primo disco solista di Stills, mentre "Change Partners" e "Know You Got To Run" sul secondo. "So Begins The Task" sul primo Manassas. Vi è poi una manciata di inediti, tra le quali sono degnissime di nota "The Doctor Will See You", una meravigliosa ballata youngiana ad accordatura aperta, e "Dreaming Of The Snakes", sorta di riscrittura del capolavoro di Crosby "Everybody's Been Burned". Conclude il cd un estratto da una session di poco successiva, "Treetop Flyer", un bel blues indolente che apparirà solo in "Stills Alone" uscito nel 1991.

Disco consigliato quindi soprattutto agli amanti del suono californiano dell'epoca, anche se trattasi solo di demos per voce e chitarra acustica. Ma chi ha amato Stills in tutti i progetti che ho ricordato sopra, non potrà che rimanere affascinato da queste registrazioni.

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