Steve Beresford é uno di quelli della Nato, etichetta francese che potrebbe rientrare in quegli ambiti musicali fra avanguardia e improvvisazione, lontano peró dai luoghi comuni che tali generi richiamano alla mente come pesantezza, concettualismo, rumore, atonalitá. Le produzioni di casa Nato che conosco, trasmettono con grande immediatezza, e se vogliamo semplicitá, situazioni musicali molto particolari.

I musicisti coinvolti sono dotati di una spiccata personalitá, gente come Tony Hymas, Lol Coxill, Tony Coe, Clive Bell, solo per citarne alcuni.

Questo disco peró esce per la Avant - l´etichetta giapponese di Zorn - e la proposta non si distacca molto da ció soprascritto con un jazz cantato, tra il giá sentito é la novitá, con un retrogusto vintage perfettamente bilanciato dallo slancio moderno e dinamico che il quartetto Masada - Kenny Wollesen al posto di Joey Baron - imprime al tutto.

Per tale importante occasione, Beresford non risparmia nulla e scrive e interpreta delle ottime canzoni cantando dei testi belli freschi scritti per mano di Andrew Brenner. I Masada a sua volta suonano senza esuberanza, come di dovere quando si accompagna un pianoforte e una voce quasi al limite dello scazzato.

Steve Beresford é uno di quei personaggi del sottobosco musicale che non saprai mai chi sono, ma che stillano preziositá da raccogliere e portare a casa.

"Signals for tea" é una di queste.

Carico i commenti... con calma