Ogni strumento ha il suo artista di riferimento e nel caso della chitarra elettrica moderna, non c'è dubbio si tratti di Steve Vai. Egli è ormai un icona della chitarra, le sue tecniche vengono studiate ed insegnate nei migliori istituti di musica, dalla Lizard di Fiesole al Guitar Institute di Los Angeles. Questo disco composto da 7 brani è il frutto di anni di sperimentazioni sonore e applicazione di concetti di matrice Zappiana (il nostro Steve è stato per un quinquennio "l'impossible guitar player" di un certo Frank Zappa) è risulta godibilissimo, dalla prima alla miliardesima nota suonata. La tecnica sopraffina è la cosa che salta maggiormente all'orecchio, ma la cosa decisamente stupefacente è che la qualità dei brani, la loro struttura, è di valore assoluto, discostandosi dalle nenie di altri chitarristi, soliti scrivere riff banali per ricamarci poi sopra con virtuosismi impossibili. Steve non effettua funamboliche scale al fulmicotone solo per il gusto di autocelebrarsi, al contrario ricama note improvvise su pregevoli tessuti sonori. Un bel disco per chi ama la musica dura e tecnica. Degno di nota il pezzo "ya-yo gakk" dove con abilità di mixaggio Steve riesce a far cantare il figlioletto di due anni. Intrigante.

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