Quest'album è strepitoso! Contiene 50 minuti di musica astrale e mistica, che (dovrebbe) piacere a qualsiasi persona dotata di un minimo di sensibilità musicale. Non è un album per soli chitarristi e sebbene sia quasi interamente strumentale, non è mai noioso e scontato.

Steve Vai ha dato fondo a tutte le sue capacità e, aiutato da Chris Frazer alla batteria, da Stuart Amm al basso e occasionalmente da Dave Rosenthal alle tastiere, ha confezionato per noi un disco storico. Si apre con "Liberty" che potenzialmente potrebbe essere il nuovo inno nazionale statunitense, con "Erotic Nightmares" sciorina un metal-boogie isterico che si scioglie in una lenta sezione di stranezze oniriche. Qua e là vengono a galla le influenze di Steve: la parte centrale di "For The Love Of God", dove Vai si lascia andare a scariche furibonde, interminabili e trattate col wah wah, ricorda da vicino ciò che Jimmy Page era solito fare negli intermezzi strumentali di "No Quarter" (versione live 1977). "Sisters" è invece piena di reminiscenze hendrixiane, mentre "The audience Is Listening" e "I Would Love To" si rifanno senza complessi a "Hot For Teacher" e "Jump" dei Van Halen. Ma in questo lavoro c'è di tutto: in "Blues Power" un bluesy experiment, in "Ballerina 12/24" un arpeggio inusuale di chitarra e harmonizer, in "Answers" musica industriale anni '90.

Le leccornie tecniche poi sono così numerose da non poter neanche essere catalogate o decifrate. Steve Vai è un genio, è uno di quei rari artisti che riesce a sentire la "voce della luna" e tradurla in musica, come Fellini faceva col cinema. Questo "Passion & Warfare" è qualcosa da avere e sistemare nello scaffale delle cose più care, accanto alle riproduzioni dei Van Gogh, alle foto della persona amata e, perchè no? ...al poster di Marco Van Basten...

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