Ufficialmente e da qualche giorno, gli scaffali dei music store hanno un nuovo ospite: un certo Steve Vai. Questo chitarrista ultra citato nel mondo del rock, ha licenziato un nuovo cd. Il titolo svela con facilità il contenuto del nuovo lavoro discografico: "Stillness in motion: Vai live in L.A.", è ovviamente live: quindi non un suo nuovo album di inediti, ma una raccolta di brani dal vivo. Va da se che, trattandosi di un personaggio così speciale e che – proprio nelle situazioni live – si spende al massimo, l’album propone una notevole carica adrenalinica.

Anni fa, quando girava i palchi del mondo con l’ex vocalist dei Deep Purple David Coverdale, Vai – cosa manifesta nei video dell’epoca -, era così padrone della scena che, anche se non avesse emesso una nota sarebbe risultato convincente lo stesso. Del resto, queste sono qualità che non si possono apprendere: come ha detto qualche tempo fa il Paul dei Fab four, spiegare e preparare un fenomeno pop, è del tutto impossibile; nessuna scuola, per quanto scientificamente (o proprio per questo…) approntata, può ‘laureare’ un astro del rock. Per quanto Vai abbia studiato con gente preparatissima (soprattutto con Satriani, altro fuoriclasse della chitarra da urlo), il suo talento è… suo.

Comunque e per ritornare al discorso iniziale, "Stillness in motion: Vai live in L.A." è stato realizzato e registrato nel corso del tour "Story of light World tour". L’album è sostanzialmente una registrazione audio e video diretta da Jeff Rifkin. Con questo lavoro Vai torna sui suoi passi, nel senso che il cd esce sotto l’egida della Sony Music, etichetta con la quale aveva avuto contatti artistici tra il’90 e il 2000. Sulle note di copertina del cd vi si può leggere una dichiarazione del chitarrista e cantautore fatta, come al solito, con grande sincerità: "Dire che questo tour, dal quale è tratto il mio nuovo album, è stata una grande esperienza di vita sarebbe come dire che il sole è caldo".

Per gli appassionati di Vai, "Stillness in motion: Vai live in L.A”, presenta una parte video denominata "The space between the notes - Tour mischief". Quest’ultima tratta l’aspetto della vita in tour, la quale, non meno dell’aspetto compositivo e della leggendaria ispirazione degli artisti, rimane pur sempre un’agognata esperienza per chi, come la maggior parte dei fan, vive la propria esistenza in una routine circolare senza fine. Poi, magari, stare in giro per il pianeta, può rivelarsi solo l’occasione per vedere camere d’albergo tutte uguali e solitudine da abbattere con una bottiglia di whisky (Cobain docet). Il fatto è che, come disse Nietzche, l’ideale, appena raggiunto, si dilegua: una sfortuna per gli idealisti di professione. Anche a questo servono gli artisti, a capire il paradosso di scalfire l'ideale e trovarselo tra le mani mutato in prosaica ordinarietà.

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