Non conosco da molto questo Wilson, come anche da molto non cerco del progressive diciamo nuovo. E' già stato dato tutto...prog rock intendo. Due mesi fa ci cozzai contro casualmente, trovandolo nelle classifiche dei migliori album prog di sempre, tra i primi 5, sgomitando tra Close to The Edge e 2112. Parlo di The Raven Refused to Sing. E chi cazzo sei?

Così caro Steven tra qualche youtubata e Spotyfata trovai la data...fa anche rima, del tuo attuale tour a Gardone Riviera c/o Vittoriale del 12 Luglio. E' stato meglio impattarti da ignorante quasi totale, non conoscevo il 70% dei brani ma 2 ore e mezza sono volate.....non è da me ma ti ho applaudito in piedi alla fine. Caro nerd cinquantenne ....ci sai fare. Stiamo parlando di un concept a tutto tondo,(non succedeva questo con questa qualità credo dai tempi della Banda della Magliana), con una grande coerenza di percorso narrativo - musicale da far impallidire lavori di dinosauri del prog recenti. Che a volte maldestramente non capirono che era ora di smetterla. Wilson...hai però un vantaggio. Ma non ti biasimo, anzi.

Puoi smenarle con soluzioni a volte al limite del plagio deontologico, Invasion Regret è un "omaggio" al genere se vogliamo metterla giù così ma anche un bel medley di The Battle of Epping Forest, La Villa Strangiato, 2112, The Yes Album etc. E' bellissima, non mi stanco di ascoltarla proprio per questo. Gli arrangiamenti sono volutamente quasi retrò, ma trasportati da una insolita freschezza melodica che fa di questo Wilson.....un genio. Troviamo anche del buon indie prima maniera, che si incesta senza che te ne accorga con ritmi sincopati e imperiose cavalcate prog. Tutto questo passa attraverso musicisti di prim’ordine, ci mancherebbe. Un supergruppo. Potrebbe chiamarsi tranquillamente Steven Wilson Project. E vengo riportato per forza all’altro Project di Eye in the Sky, con analoga combinazione “ingegnere del suono autorale”.

Gli arrangiamenti inoltre sono maestosi, si respira un climax di alta scuola. Suoni cesellati ed incastrati come intarsi su un decoro ligneo del Rinascimento. Ci sono delle lungaggini comunque a mio avviso tipicamente Wilsoniane tipo Routine che si autocertifica un po’ nel titolo, ma anche questo pezzo segue un iter in cui ora tutti noi, su brani nuovi, non siamo più abituati. Ancestral ad es. è un pezzo quasi prog metal che sembra sputare addosso ai Dream Theater. E’ un disco da ascolto, ti prende del tempo e se non lo fai, gli fai un grosso torto. Steven mi dà questa impressione, non gli piace sfigurare….è in stato di grazia. Finchè dura…ben venga.

Gran bel lavoro, altro che.

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