Volendo suddividere la carriera di Stevie Wonder in due approssimativi periodi di maturazione, uno 'adolescenziale' che parte da "Tribute to Uncle Ray" '62, ed uno 'maturo'che arriva fino ai giorni nostri, possiamo considerare questo album come lo spartiacque fra i due.

1971: Stevie Wonder fresco di matrimonio con Syreeta Wright (ex segretaria della casa discografica per cui lavora l'artista la 'Motown'), scrive tutte e nove le canzoni dell'album a quattro mani con la moglie. L'album seppur con ancora qualche tratto 'acerbo', mostra già la grande inventiva creativa e musicale dell'artista, che spiccano in parecchie tracce del disco. Nella seconda canzone "Do Yourself a Favor" troviamo la stessa sonorità squillante e psichedelica (del bass keybord), che Stevie riprenderà nella più matura "Superstition" ("Talking Book" '72). Ancora la traccia di chiusura, la splendida "Sunshine in Their eyes", forse il pezzo piu coinvolgente e musicalmente interessante del disco, è composta da due differenti canzoni che si fondono e si susseguono: prima abbiamo una ballata piano e voce di introduzione, seguita da una seconda parte più ritmata con tanto di fiati, cori e percussioni. Stesso ingranaggio compositivo che troveremo in "Superwoman" canzone trainante del successivo album: "Music of My Mind" '72.

Curioso e divertente anche l'incalzante sound blues di "I Wanna Talk to You", con vocalità fatte di botta e risposta fra Stevie e un più anziano interlocutore dalla voce squillante. Ancora degne di nota: "Look Around", "Think Of Me As Your Soldier" (ritornello davvero notevole), la dolcezza di "Something Out Of The Blue" e infine il classico soul ricco di fiati possenti e ritmati di "If You Really Want".

Quest'ultimo è infatti da considerare sul piano compositivo e dell'arrangiamento, un precursore delle future e splendide: "I Wish" e "Sir Duke" '76. Nessuno dei nove pezzi delude, nessuno è già capolavoro, ma il risultato globale è davvero buono!

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