Il disco in questione, questo "N°4" degli Stone Temple Pilots, rappresenta come una band può fare un cd senza proprie idee e scopiazzando a destra e a manca: scimmiottando gli Alice In Chains, imitando in certi casi Iggy Pop e inserendo dei brani acustici che non hanno nulla da dire.

Qualcosa di gradevole si trova in questo disco dimenticando che sono gli Stone Temple Pilots (una delle ultime band grunge rimaste)e considerando il suono abbastanza curato unito a dei brani passabili. Insomma il "pezzo forte" del disco è il produttore: il guru Brendan O'Brien che ha riunito quel poco di buono uscito dalle menti degli Stone Temple Pilots e ha fatto si che il disco fosse quantomeno ascoltabile.

A parte la bella distorsione c'è poco altro in pezzi come "Heaven & Hot Rods" o "Church On Tuesday". Per non parlare dei pezzi acustici: "I Got you" è ridicola un po' meglio "Atlanta" grazie agli inserimenti del "Bass Marimba" della Viola e del Violoncello che non hanno nulla a che fare con un album grunge ma almeno danno un tocco di originalità ad un lavoro tutt'altro che originale. Un'altra nota dolente è la voce di "Scott" priva di personalità e alla ricerca di assonigliare a tutti costi, soprattutto nei pezzi più duri, al mai troppo compianto Layne Staley, voce degli splendidi Alice In Chains. Il pezzo, forse, che si discosta dalla piattezza degli altri è "Glide" dove una tenue distorsione ci fa apprezare finalmente un po' della vera voce di Scott Weiland.

Insomma siamo di fronte ad un cd che scivola via come un bicchier d'acqua e che nn fa nulla per suscitare delle emozioni all' ascoltatore.

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