Anno 2003: ormai i capolavori che li resero celebri come "Visions" o "Episode" son passati da un pezzo per gli Stratovarius, ma chi lo ha detto che non sono ancora in grado di comporre buoni album ? Uno di questi è "Elements Pt. I", album arioso e ben strutturato a partire dalla bella copertina, disegnata da Derek Riggs, famoso autore delle copertine degli Iron Maiden ed inventore di Eddie.

Si parte abbastanza bene con "Eagleheart", allegro pezzo di speed metal con un pizzico di orecchiabilità per il mercato, infatti è uno delle song più commerciali dell'album, ma non per questo brutta, molto frizzante, si evidenziano come sempre le buone melodie e i duetti chitarra/tastiere che contraddisticono i lavori degli Stratovarius, oltre alla sempre ottima prestazione vocale di Timo Kotipelto, per me il miglior cantante nell'ambito power metal. Riff pesante ed "heavy" per una "Soul Of A Vagabond" davvero ottima per struttura, ritmo cadenzato e bellissima melodia introduttiva creata con le tastiere che davvero accrescono la maestosità di uno dei pezzi migliori, a dir poco superbo Kotipelto e il ritornello anthemico arrichito di cori, nei suoi 7 minuti e 20 secondi un vero e proprio capolavoro. Coro con una certa sacralità e organo epico servono ad introdurre un'ottima song speed/power metal come "Find Your Own Voice", che si avvicina ai ritmi spediti e veloci del sound degli esordi. Sempre più forte l'amore di Timo Tolkki (chitarrista e leader del gruppo) per le composizioni epiche come "Fantasia", bellissimo pezzo tutto fondato sulla melodia e sul forte uso delle tastiere, dopo i suoi 9 minuti e 52 secondi ci si riprende da una canzone davvero magica e emozionante, con il suo ritornello che risente di un certo rock melodico anni '70/'80.

Altra introduzione maestosa per un'ottimo pezzo di speed/power metal come "Learning To Fly", che senza dubbio si avvicina al sound dell'album "Destiny", ancora ritornello anthemico e bellissime melodie. Ancora odore di "Destiny" per la canzone "Papillon", introduzione affidata alla bellissima voce di una donna, seguita da un Kotipelto che meraviglia come mai aveva fatto, sfoderando un cantato lento e melodico che coinvolge sempre più fino agli acuti da manuale del ritornello, da segnalare il buon lavoro della chitarra. Bella strumentale tutta chitarre e tastiere, batteria su ritmo speed è "Stratofortress", forse è un po' inutile a questo punto dell'album, ma è molto piacevole, perché con le sue belle melodie ci lascia assaporare la seguente canzone-colosso, la lunghissima (11 minuti e 56 secondi), title-track che fa dell'epicità una parola d'ordine, l'apice dell'album con i suoi cori, ritmi cadenzati, riff azzeccattissimo e i suoi bellissimi testi basati sui quattro elementi : terra, aria, fuoco e acqua, una semplice parola: capolavoro ! Si conclude con l'acustica "Drop In The Ocean", dove Kotipelto dimostra di nuovo di essere un cantante con la C maiuscola.

Il disco è ottimo, l'unico rimprovero è per la batteria di Jorg Michael che davvero è espressione di linee e passaggi davvero molto semplici e banali. "Elements Pt. I" non sarà un capolavoro, ma presenta davvero belle canzoni, con un Kotipelto davvero in forma, è un album che riesce ad evidenziare il lato migliore degli Stratovarius, come non farà il suo successore "Elements Pt. II".

Carico i commenti...  con calma