CBR, ovvero Cosmic Background Radiation.

Più di quarant’anni fa due dipendenti della Bell, intenti a misurare le onde radio provenienti dalla Via Lattea, rimasero stupiti dal fatto che dopo aver analizzato tutte le possibili sorgenti di rumore conosciute, i loro strumenti rivelavano un “eccesso di rumore” non giustificabile e presente uniformemente nell’immensità cosmica…

Mi piace pensare che lo space-rock tutto, ad iniziare dalla folle, cristallina, aliena bellezza della visione barrettiana di ”Interstellar Overdrive” sia nato con l’intento (dis)umano, titanico e faustiano di (ri)creare quel “rumore”, quel palpito primordiale, il suono prima di tutti i suoni, quello che ha rotto il silenzio (per sempre… ?), quell’interminabile eco che molti ritengono provenire da un’esplosione reiterata, anzi dall’Esplosione/Implosione più famosa, quella che c’ha creati tutti, miliardi d’anni fa, il Big Bang…

Dicevo di Syd… Lui s’è perso, non è più tornato indietro, chissà che cosa han visto i suoi occhi e captato le sue orecchie per trasformarlo in quel pazzo diamante che poco tempo fa ha abbandonato per sempre la sua fragile dimora terrena… Ed è da “Interstellar Overdrive”, da “Careful With That Axe”, da “Set The Controls For The Heart Of The Sun” che i SubArachnoid Space iniziano il loro, di viaggio… Ignorando (grazie al cielo) le moderne tecniche dell’elettronica Nineties i quattro di “Frisco” registrano su disco ciò che di straordinario riescono a generare dal vivo con due chitarre, un basso e una batteria… Non più riff hard-rockeggianti alla Hawkwind, ma la sublimazione della scuola dello space più hard dei Novanta, quello delle jam dei Bardo Pond (vedi pure Roy Montgomery e Hash Jar Tempo), il puro, astratto e free (anche in senso jazzistico) plasmar rumore..

E’ una chitarra ma non la riconosci più, è una mano ma non la vedi più, è un uomo sul palco ma non lo percepisci più… ”Almost Invisibile”, è quasi invisibile la presenza, l’intervento umano in queste libere strutture di suoni, “Floating Above The Skyline” (5:27), le prime fluttuanti sensazioni del distacco dalla Terra, “Below Any Border” (11:26) la Terra è temporalmente e fisicamente ormai dimenticata o deve ancora nascere; solo il palpito, il battito primordiale del cuore dell’universo e l’intenso, inafferrabile, straniante e avvolgente “suono” eterno del cosmo (“Outlined In Rust”, 17:54).

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