Dovrai nuotare nelle fogne, dimentica la tua cattiva madre.

Recitava una volta un testo di un genio tutto italiano, "scadrò anche sul monotematico, ma mi esalto proprio per questo", questo è quello che bisognerebbe spiegare allo scrittore sadico di turno. Egli, prima di dipingere le tele del libertinaggio e delle voluttà umane, è solito esaltarsi prima del compimento della sua stessa opera. Alcuni addirittura sembrano chiudersi nel loro limbo di auto-celebrazioni e puntuali come orologi svizzeri sono soliti imbellettare il proprio ego artistico (o più semplicemente "ego" e basta) ogni qualora gli venga dato il dovuto spazio. Ad altri invece, almeno per me, è stata fatta troppa pubblicità. Questa è, per quanto riguarda il mio opinabile parere, l'orticaria di cui da anni soffre il campo artistico estremo, questo è il lato che da sempre detesto di qualsiasi forma di comunicazione artistica. Parafrasando un altro genio tutto italiano, viene da dire, "me li avete fatti piatti come le bambole". Sorpresa! L'osceno si è trasferito in Giappone!. La differenza rispetto all'estetica gore "occidentale" è che, una volta scansate orde e orde di prolifici artisti provenienti dalla terra del sol levante, si va incontro ad illustratori squisitamente, talvolta infantilmente, autoreferenziali e al tempo stesso sempre anti auto-celebrativi. Pornografi di alto livello, esteti di una genuina parafilia.

Quando incroci gli occhi al sole, puoi vedere il suo cazzo cosmico, quando scuoto la testa, anch'esso la scuote, ed è così che il vento ulula dentro il vuoto.

Maruo è un tipo con una paura fottuta della morte, legato ancora al ricordo della via che percorreva in bicicletta di ritorno a casa dopo scuola, con il tormento della violenza fatto tarlo nel suo cervello. De Sade è in Giappone! Il gore è sexy. E' dipinto di nero e bianco, il libertinaggio non è più un'esaltazione, diventa denuncia, dramma, fino a trasformarsi inesorabilmente in un tragico vuoto, spezzato da didascalie da pelle d'oca, proprio per la disinvoltura e l'infantilità con cui vengono assemblate (Shit Soup, su tutti). Lui è sempre lo stesso, è un romanticone, che gioca con i complessi d'inferiorità, sensi di colpa, affermazioni ed esposizioni di atti indecorosi, in un mondo dominato da persone con tratti principeschi, con abiti modesti: ratti nelle loro celle. Umiliati con un'apatia indescrivibile, una metodica raccapricciante.

Egli non sopravvisse tagliandosi lo stomaco, ma tagliandosi via il cazzo e diventando una donna.

Una ragazza è torturata da un ricco esigente. Mutilazioni prima, sesso orale dopo, una luce, tentativo di fuga, morte. Effusioni da mutilati dopo la punizione. Un bambino è gettato giù nel cesso. Scoperta del mondo, vendetta. Sotto gli occhi di un voyeur, una madre partorisce un bambino, lo mette nell'attico. Lo divorano i topi. Attico-letto, letto-attico. Il bambino si è consumato, il mio unico crimine è stato nascere. Buio, cadaveri sull'asfalto, fantasie, congiura. I ragazzi amano il nero, e si fotteranno fino all'alba: merda che divora altra merda. Il capolinea, salto nel baratro delle perversioni convenzionali. La guerra, il tradimento induce al cannibalismo, la via di fuga è abortire il demone nel proprio grembo e nascondersi come una sagoma sul pavimento. Considerazione sul detestarsi da soli. Il complesso di Elettra, castrazioni ed evoluzioni carnali con un essere deforme. 

La cosa che spaventa di più in tutto questo, è il rifiuto, la mancanza così ben mono-cromaticamente esposta della redenzione. Il terrore, diviso in dirimpettai, direzioni annullate. Oltre l'osceno: non è tempo di abbracciare i diletti più segreti, piuttosto annegare nei neri occhi della colpa.

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