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I graffiti di Sav X colorano il quinto lavoro del cantante/chitarrista inglese Gary Ramon e i suoi due compari. Nove brani suonati in 50 minuti dolci/ aspri/visionari, sospesi tra leggerezze elettroacustiche o posseduti da ritmi mozzafiato. Come da caratteristica del marchio della ditta Sun Dial qui trovate psichedelia anni sessanta quanta ne volete. Non per caso "Red Sky" apre con il dolce arpeggio di chitarra rubato a " Wind Cries Mary" del mancino di Seattle e porta l'ascoltatore subito in collisione con uno sciame di bolle di sapone westcoastiane floydescenti che scoppiano contro uno specchio freak-beat. La particolare attitudine di Gary per la ricerca melodica si pone come bilanciere per le canzoni di questo disco, cosi' "3000 miles" combina dolci arrangiamenti vocali ad atmosfere acustiche impreziosite da effetti synth mentre rivela poderose tensioni heavy negli sviluppi eccentrici di " Apollo", "Are you Supernatural?" o di "Bad Drug", che sono robuste pareti soniche dalla vena metallifera stoogesiana.
Il lato armonico dei Sun Dial è svelato dalla caramella allucinogena scartata dalle trame di "Fly into the sun" e soprattutto da "Nova", inaspettatamente impreziosita da un glorioso mellotron. La chitarra di Gary passa con disinvoltura dai toni acustici a quelli ultraelettrici effettati da fuzz-wah-feedback. E se la finale "Yantra Yam" fosse ripetuta all'infinito, ci scioglieremmo lentamente in questo strumentale elettrico lento e corrosivo impregnato di tossico wahwah mentre un flauto, spuntato chissà da quale meandro della mente, ci conduce incantati come i ratti di Hamelin nella cattedrale del culto psichedelico per il corpo e per l'anima.
Quando, ormai a corto di energia cosmica, i Sun Dial erano alla fine del loro viaggio iridescente iniziato con "Other way Out", Gary Ramon nel 1995 riesce ancora a mostrarcene l'anima autentica imprigionata in qualche disco di quasi trent'anni prima.
"Fermate il mondo" pare dire Gary "... voglio scendere."
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