Una band neo-progressive proveniente dalla Germania semisconosciuta ma in grado di emozionare quanto i grandi nomi. Rispetto a colleghi come Marillion, Pendragon e IQ loro godono davvero di poca attenzione, li si sente nominare pochissimo... eppure sono una band davvero meritevole, dal quoziente di intelligenza ed emozionalità davvero notevole.

Il sound dei Sylvan (da non confondere con l'omonimo mago illusionista italiano) appare molto delicato, sensibile, a tratti quasi depressivo, se mi passate il termine, caratterizzato da un uso assolutamente lieve e mai pomposo di tutti gli strumenti. Enfasi sulle atmosfere e sulla melodia, tastiere sempre leggere e mai invadenti, stessa cosa per quanto riguarda la chitarra, idem per quanto riguarda basso e batteria. Anche quando emergono elementi hard-rock e metal non si arriva mai ad una vera e propria aggressività, semmai ad una moderata carica energica. Un sound che potrebbe ricordare in un certo senso i Marillion della seconda fase (quella con Hogart) ma tuttavia dotato di una propria identità. Ruolo notevole riveste quello del vocalist Marco Gluhmann: una voce molto espressiva dalla buona varietà timbrica (che a mio avviso assomiglia molto a quella di Doug Robb degli Hoobastank, e non dite di no), una voce che fa da veicolo alle emozioni in maniera egregia, talvolta più energica, talvolta più riflessiva, a seconda dei momenti, ma anche risulta anche abbastanza orecchiabile (potrebbe benissimo cantare in un gruppo pop)... e perché no, secondo me è un tipo che alle donne potrebbe pure piacere un po' (non assomiglia un po' a Miguel Angel Munoz? che ne dite?).

La band ha prodotto finora 7 album che purtroppo si sono filati in un po' troppo pochi. "Artificial Paradise" è il loro terzo album ed è sicuramente uno dei più validi della loro carriera ormai decennale. Uscito nel 2002 ha tutti gli elementi precedentemente descritti. Ad aprire il disco è "Deep Inside", un brano melodico con enfasi sulle tastiere e caratterizzato da un canto quasi disperato nel ritornello. "That's Why It Hurts" è un brano dall'atmosfera estremamente rilassata e caratterizzata da una melodia che cattura abbastanza rapidamente l'ascoltatore: leggero e pulito il tappeto tastieristico su cui suonano dai delicati tocchi di chitarra che incastrano davvero bene con la melodia e anche la linea di basso, anch'essa molto leggera, sembra non essere da meno. La traccia n° 3 "Strange Emotion" è più breve e marcatamente più vivace ed orecchiabile mentra la successiva "Human Apologies" risulta uno dei momenti a mio avviso più riusciti del disco grazie al suo sound metal-oriented ai suoni elettronici e agli arrangiamenti orchestrali presenti nel brano. "Timeless Traces" è un altro brano notevole, con suoni di tastiere ottimamente scelti, atmosfere ancora una volta rilassate e una prestazione vocale all'altezza della situazione, soprattutto nel ritornello. "I Still Believe" è un brano orientato verso sonorità hard rock moderate e sebbene non sia il brano più eclatante dell'album è da apprezzare per il suo ritmo incalzante che ci regala qualche minuto energico in un album dai ritmi volutamente tenui. "Around The World" è da considerarsi un piccolo colpo di genio: vi sono momenti più tecnici con ottimi passaggi di tastiere e dalle ritmiche vagamente dal sapore jazz-fusion che si alternano a raffinate melodie acustiche anche piuttosto orecchiabili. I 2 minuti delicati segnati dal piano di "Souvenirs" fanno da ponte per la apprezzabile suite di 20 minuti che dà il titolo all'album. Ottima la prima parte del brano: atmosfere quasi pinkfloydiane e chitarra che potrebbe risultare parecchio Gilmouriana ai più. Buono ed orecchiabile il ritornello, non mancano nel brano momenti orchestrali e bei suoni tasteristici ma la parte più interessante la si trova nella seconda metà dove chitarre molto vicine al metal vengono accompagnate da perfetti suoni elettronici e un delizioso e sicuramente inaspettato cantato in stile hip-hop. Molto belli anche i coretti nel ritornello finale.

Ci troviamo quindi di fronte ad un piccolo gioiellino del neo progressive, tanto sottovalutato quanto da riscoprire. Non voglio dare 5 stelline perché mi beccherei un sacco di insulti, ma probabilmente anche perché non si possono fare confronti con grandi nomi, ma quello che mi auguro è che questa band ottenga le attenzioni che fino a questo momento non ha ricevuto a sufficienza, probabilmente proprio perché schiacciata da grandi nomi.

Un prodotto interessante, davvero!

Carico i commenti... con calma