Un disco dotato di grandissima fantasia, di affinità tecnica e potenza “metallica”, tutto rivisto in chiave prog metal.
Il più bel lavoro della band originaria del New Jersey, come i precedenti album, è ambientato sulla mitologia greca.
L’opera di Omero ci viene “narrata” da Russel e co., in modo esemplare, regalandoci emozioni e melodie affascinanti. Proprio il vocals, esprime in pieno il sound “secco e preciso” dei Symohony X. Infatti la voce è di una versatilità assurda, riuscendo a racchiudere nei momenti decisivi dell’album, toni tanto aggressivi e melodici quanto agghiaccianti e aspri!
Decisa e diretta è l’interpretazione musicale del resto della band, che crea, grazie ad un livello tecnico – sinfonico eccellentissimo , un atmosfera mitologica senza pari, risuonante in tutto i pezzi.
Il viaggio di Ulisse viene interpretato in maniera formidabile dal gruppo, che rievoca tutti gli episodi affrontati dal coraggioso eroe.
Il primo episodio, “Inferno”, mette in risalto l’abilità del cantante, nell’esplodere con una voce tagliente e infuocata, ma con sempre una spiccata armonia. “Wicked” rappresenta la track, ove la potenza dell’album viene espressa in modo migliore. Infatti in quasi tutti i pezzi emergono parti molo sinfoniche e parti veramente martellanti!
Alla chitarra troviamo il funambolico Micheal Romeo, che esegue,insieme al basso, riff meravigliosi e azzecca ogni assolo presente nel disco. Proprio il 5 corde, “guidato” da Mike Lepond, “castiga” l’ascoltatore, con un ritmo da mitraglietta, e lo incanta con giri e linee (sempre di basso) veramente ottimi!
La fantasia che emana Micheal Pinnella, con la sua keyboard, rende il tutto fantasioso e orecchiabilissimo.
Jason Rullo (il nome dice tutto :-), dirige tutta “l’orchestra”, con grandi controtempi e ripartenze.
Nell’ottava canzone, “The odyssey”, si capisce che questo è un gruppo con i contro-cazzi!! La traccia è divisa in episodi, dalla partenza dalla tanto rimpianta Itaca, a l’incontro con la maga Circe, passando per Scilla e Cariddi fino a tornare dalla tanto amata Penelope.
La formidabile abilità dei 5 musicisti nel tenere l’attenzione per 24 minuti, con cambi di tempo e di sonorità, a secondo dell’episodio che sta scorrendo, rende questa traccia un vero e proprio gioiello, secondo me la più bella presente nell’album.
Un disco veramente impeccabile, bello da ascoltare, da analizzare e da amare! Un altro capolavoro targato progressive metal.
Carico i commenti... con calma