I maestri Symphony X tornano con un nuovo album e ai fan più sfegatati della band sarà sorta immediatamente una domanda: "Che intenzioni avranno avuto i Symphony X durante il processo di scrittura di questo disco? Avranno deciso di ritornare al sound delle loro radici? Oppure proseguiranno con questa "svolta thrash" (le virgolette non sono li a caso) che ha caratterizzato la loro proposta musicale da Paradise Lost in poi?" Beh, la track d'apertura "Nevermore" (preceduta da una breve intro strumentale) non lascia alcun dubbio, e l'opzione esatta è la seconda. Riffoni mastodontici di chitarra, linee vocali incazzate e basso e batteria devastanti caratterizzano quasi tutta la durata del disco, ma ovviamente il marchio Symphony X è impresso a fuoco in ogni traccia. E con ciò intendo dire che non mancano le aperture melodiche (interpretate da un Russel Allen superbo) che tanto hanno caratterizzato la discografia della band, ne mancano momenti di grande epicità e pathos emotivo. Eccellente la prova di ogni musicista. Oltre al già citato Allen, il ritrovato Jason Rullo (finalmente risolti i suoi problemi di salute) pesta sulla batteria come un dannato, ma ogni passaggio non è mai banale ed è sempre perfetto in ogni contesto. LePond è la solita colonna portante a cui affidarsi, il suo basso profondo spinge e si intende alla perfezione col già citato drummer, ma la vera menzione d'onore vanno ai due Michael (tre contando Lepond, ma di lui abbiamo già parlato). Pinnella. un po' in ombra nella prima parte del disco, sfoggia comunque un ottima prestazione con assoli catchy condite da sonorità molto barocche assolutamente perfetto per il contesto musicale, mentre Romeo sforna riffoni granitici e assoli iper-tecnici che comunque rimangono impressi al primo ascolto. Tanta tecnica dunque, ma anche un profondo senso del buon gusto da parte di una band che, nonostante qualche piccolo passo falso, ci ha regalato sempre ottimi album e soprattutto grandi emozioni. Colpisce anche la varietà del disco. "Kiss Of Fire" è un pugno nello stomaco con un Allen incazzatissimo, molto epicheggiante invece la bellissima "To Hell and Back", mentre "Nevermore" e la title track ci regalano quelle aperture melodiche alternate a strofe belle serrate che noi tanto amiamo. Anche la power-ballad "Without You" non delude, anzi colpisce per la sua personalità ben distinta. E niente, i Symphony X non ci hanno deluso nemmeno stavolta, e se ai fan più puristi del Prog questa svolta più """""metallica""""" avrà fatto storcere il naso, non avrà di certo deluso coloro che come me hanno amato "Paradise Lost" e "Iconoclast". Io lo consiglio a tutti, parliamo di un più che pttimo disco metal, e se dovessi stilare una classifica personale delle migliori uscite del 2015, beh...questo ci entrerebbe di diritto. Ben fatto, ragazzi.

Elenco tracce e video

01   Underworld (05:48)

02   To Hell and Back (09:23)

03   Swan Song (07:29)

04   Overture (02:13)

05   Legend (06:29)

06   Without You (05:51)

07   Nevermore (05:29)

08   Run With the Devil (05:38)

09   Kiss of Fire (05:09)

10   In My Darkest Hour (04:22)

11   Charon (06:06)

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Altre recensioni

Di  splinter

 Russel Allen, il cui timbro vocale è sempre piuttosto vario, risultando melodico a volte, incazzato altre, roco in alcuni frangenti, caldo in altri, a tratti pure un tantino virtuoso; forse la sua miglior prestazione?

 Se i Symphony X facessero la stessa cosa potremmo avere anche un nuovo capolavoro che aprirebbe effettivamente una nuova fase nella carriera del gruppo.