Se un chitarrista di frontiera come Steve Hillage invita in studio musicisti del calibro di Alex Paterson (il leader degli Orb), Youth (il bassista dei Killing Joke), Paul Oakenfold (uno dei DJ più famosi e pagati del mondo), Derrick May (esponente della scena techno di Detroit) e un'altra mezza dozzina di accoliti, compresa la tastierista (e compagna) Miquette Giraudy, bene, il minimo che possa capitare è che nascano 66 minuti di musica che riunisce in sé techno, ambient house, dance, elettronica, chill out e molto altro ancora, non escluso drum and bass, hip-hop e campionamenti. 

System 7 è il nome di questo progetto varato nel 1991 e il titolo stesso dell'album di esordio di questo particolare supergruppo. Costantemente in primo piano è il timbro etereo e cristallino della chitarra di Hillage a cui si accompagna però (ed è questa la novità rispetto ai lavori precedenti del chitarrista inglese) una ritmica pesante e insistita che rende questo disco un riuscito esempio di musica alternativa e underground, ma al tempo stesso danzereccia. Anche troppo, come ha pensato in cuor suo qualche fan della prima ora, storcendo un po' il naso di fronte a questo esperimento.

Già dalla prima traccia, "Sunburst", il nuovo corso risulta evidente: introduzione d'atmosfera, qualche brandello di voce campionata, poi la ritmica prende il sopravvento e la chitarra disegna la linea melodica. Nella successiva "Freedom Fighters" tengono banco il rap introduttivo di Aniff Cousins e il ritornello cantato, affidato alla vocalist Zoe, che si destreggiano tra la chitarra aggressiva di Hillage e il pulsare impietoso delle percussioni elettroniche. Il resto del disco si muove lungo queste coordinate stilistiche, transitando senza remore dall'ambient puro (come in "Fractal Liaison") fino alla techno più ruvida e graffiante (in "Miracle").

Prima tappa di un percorso che vedrà numerosi altri album, EP e compilation, "System 7" è un momento significativo nell'evoluzione di un musicista intelligente e ricettivo come Steve Hillage: da quando militava nei Gong, quelli della trilogia di Radio Gnome, di strada ne ha fatta parecchia.

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