Io odio l'espressione "musica classica". Vorrei tanto sapere perché col tempo si è consolidato nel linguaggio popolare e popolano questo modo di dire che raccoglie TUTTA la musica vecchia di almeno cinquant'anni/un secolo e che non ha altra ragione per stare insieme che non sia questa discriminante legata all'età, quando invece un significato preciso l'espressione "musica classica" ce l'avrebbe e corrisponde al periodo 1750~1815. Nemmeno il significato semantico di "classico", cioè "modello", val bene a giustificare questo raggruppamento così massiccio ed indiscriminato, poiché anche il più alto dei compositori del passato ha lasciato pagine non propriamente memorabili e quindi non classificabili come modelli, per non parlare di quei musicisti che pur non brillando per genialità e non avendoci lasciato alcun'opera che possa valere come modello ispiratore, vengono comunque inseriti nella categoria per meri motivi storici. Ma mettere insieme due artisti basandosi solo su un criterio cronologico vuol dire che Nick Cave e Britney Spears suonano lo stesso genere, poiché entrambi operano nello stesso periodo: è folle; eppure in un futuro, fra che so duecent'anni, verranno indicati come musica classica anche Nick Cave e Britney Spears. Per motivazioni di tipo puramente filologico, però, quelle che davvero oggi sarebbero interpretabili davvero come musica classica (nel senso sbagliato, ma più diffuso del termine) sono le colonne sonore. Artisti come Burt Bacharach, Ennio Morricone, John Williams e molti altri propongono musica d'intrattenimento di altro livello, solo per un pubblico molto più ampio di quella musica d'intrattenimento di alto livello che un tempo era appannaggio solo delle classi più agiate (per non parlare del fatto che tante cose che oggi ci appaiono altissime al tempo furono scritte per un pubblico bassissimo, ed tipico esempio è Il flauto magico). Le colonne sonore sono il più lampante esempio di "musica classica contemporanea" (espressione PRIVA di qualunque senso, ma rende l'idea) anche perché sono quel tipo di musica che più e più facilmente si ispira a modelli del passato che, come ora bisogna descrivere un sentimento in una scena di un film, al tempo descrivevano un sentimento in una scena a teatro o in astratto, e quest'ispirazione dal passato si ritrova anche in quelle colonne sonora che meno ci si aspetterebbe che si rifacciano ai modelli del passato, ovvero quelle per i cartoni animati; un maestro in quest'arte del rimembrar è Takanori Arisawa, che è famoso nel mondo per aver scritto le cinque + tre + una OST delle cinque serie + tre film + uno special di Sailor Moon (oltre a tante altre, tutte di altissima qualità). Di queste nove colonne sonore, il suo capolavoro assoluto è certamente quella per la quarta serie della paladina con la marinaretta, Sailor Moon SuperS (in Italia Sailor Moon e il mistero dei sogni).

In questa nuova avventura, di ispirazione chiaramente fiabesca, la Terra è stavolta minacciata dal Circo della Luna Spenta, un gruppo di malvagi che sta cercando l'unicorno Pegasus per appropriarsi del suo magico corno; per nascondersi, Pegasus s'è trasfigurato nei sogni meravigliosi di una persona, quindi gli sgherri del circo (prima il Trio Amazzonico, poi il Quartetto Amazzonico) rapiranno dei poveretti per cercare nei loro sogni il cavalo alato finché non riusciranno a trovare quella persona che gli offre rifugio. Quando nel 1995 gli è stato proposto di musicare questo lavoro, Takanori Arisawa aveva già lavorato nei tre anni precedenti su tre serie e due film della saga di Sailor Moon e conosceva già benissimo il tono che la OST doveva avere, ma stavolta l'impegno era di tipo differente e molto più ambizioso dei precedenti: il regista della serie Kunihiko Ikuhara (che si circonda solo di grandi talenti) chiese un grandissimo sforzo immaginativo ai vari character designer, grafici e creativi per ideare un mondo colorato ed originale dove tutto era bislacco e stravagante, ed ogni aspetto del cartone animato (dalle musiche al montaggio) doveva risultare fortemente riconoscibile e caratterizzato; il lavoro di Arisawa non fu quindi semplicemente quello di rinfrescare i temi già noti al pubblico, ma di creare qualcosa di completamente nuovo e per farlo si è creato una solida base di modelli del passato a cui ispirarsi. Il riferimento imprescindibile per l'argomento circense è la grandissima arte di Nino Rota: dal compositore milanese Arisawa ha carpito le melodie rapide e sincopate ed i festosi arrangiamenti per fiati, che sono i tipici strumenti da banda. Poi il musicista giapponese si è rifatto ad un altro tipico standard circense, cioè le sonorità est europee e zigane: le sinfonie di Béla Bartók sono basate su esempi reali di musica popolare gitana e zingaresca raccolti personalmente dal compositore, e le veloci fantasie per violino ben si adattano a pista e tendone. Ancora, perfette per il tema sono le grandi armonizzazioni romantiche per archi elaborate da Johannes Brahms, verso cui Arisawa ha dimostrato di interessarsi già dalla terza serie con i brani tematici per Sailor Uranus e Sailor Neptune. Un emblematico elemento alieno è offerto dalla forte ispirazione jazz da cotton club con l'uso molto preciso di clarinetto e sax soprano ispirati da Duke Ellington e George Gershwin. Infine, il tutto è tenuto insieme dalla scelta di dare un senso tematico agli strumenti, proprio come fece Sergej Prokof'ev per Pierino e il lupo (dove ogni personaggio ha un suo strumento che lo rappresenta), quello stesso Prokof'ev che ha scritto memorabili musiche per balletto, che possono essere considerate le prime vere "colonne sonore" in senso contemporaneo (brano musicale non cantato che accompagna l'azione di scena). Combinando insieme questi quattro elementi melodico-armonico-allegorici (di cui tre omogenei ed uno del tutto estraneo) e tenendoli insieme col collante della tematicità, Arisawa si è creato un milieu di partenza ricchissimo da cui è riuscito ad ottenere un risultato assolutamente straordinario.

La colonna sonora Bishoujo senshi Sailor Moon SuperS -Ongaku shuu- ("La bellissima guerriera Sailor Moon SuperS -Collezione di musiche-") si apre con la sigla iniziale Moonlight densetsu delle Moon Lips, che è un banale-ma-carino esempio di j-pop (diventato però ormai cult), e poi uno per uno sfilano i brani della OST, che non sono editati uno per uno, ma stranamente sono raccolti in lunghe tracce che contengono tutte le musiche riferite ad un certo argomento. Subito dopo la sigla si cambia completamente rotta: una sorta di atmosfera new age ci introduce a Yume de mita hyoushou no mori ("Sognando la foresta di cristallo"), che raccoglie i brani tematici di Pegasus, animati da commoventi e larghe melodie di archi. Altro brano, altro registro: Sailor senshi no yuuga na houkago ("Le guerriere Sailor dopo la scuola") raduna i vari sottofondi spensierati che accompagnano la vita quotidiana delle nostre eroine, espressa con melodie soft e gioiose suonate da una gran varietà di strumenti (bellissima la prima sequenza con un giochino gershwiniano di clarinetto e pianoforte). Si va sul drammatico con Otonatachi no yuutsu ("La malinconia degli adulti"), e poi eccole, finalmente, le musiche dei cattivi, il Circo della Luna Spenta: sono senza dubbio la parte più interessante, variegata ed articolata dell'album. Kijintachi no Circus dan ("La misteriosa troupe del circo") è una breve suite di tre pezzi semplicemente eccezionali: nel primo Arisawa fissa il tema ricorrente della banda dei cattivi con un violino solista gitano ricco di trilli, mordenti ed altri abbellimenti accompagnato dall'orchestrina, poi il tema viene ripreso con tono più cupo con clarinetto solista ed archi, ed infine una terza variazione cromatica è eseguita da un quartetto d'archi con un sound sostenuto e vagamente country. Allo stesso modo, Utsukushii yume no kagami ("Il bellissimo specchio dei sogni") raccoglie brani straordinari: nel cartone servono ad accompagnare gli scontri fra il Trio e Quartetto Amazzonico e le guerriere Sailor, ma ascoltandoli fuori contesto questi brani raccontano una ideazione eccellente, con momenti horror, poi thriller e poi burleschi; quest'ultimo aspetto è rappresentato da due brani in cui -dato tema del circo- l'arrangiamento gioca su un contrasto dialettico e dialogato violini/xilofono e oboe/chitarra elettrica in cui si raggiungono livelli davvero fantastici. Altro vertice dell'OST è Amazon Trio no wana ("La trappola del Trio Amazzonico"), che raccoglie le musiche con cui i cattivi catturano le vittime: la prima parte è un meraviglioso pezzo free jazz in cui ad un organetto da circo in tempo 3/4 si assomma prima un sax soprano e poi un piano in un amalgama perfetta, poi un suadente valzerino ed infine un pezzo a dir poco struggente per piano e violino solo. Chiude la serie di brani per il Circo della Luna Spenta Amazon BAR, che non c'entra nulla con tutto quanto sentito finora: nel cartone il Trio Amazzonico si raduna in una sorta di night club per scegliere le proprie vittime, e queste riunioni di fronte ad un bicchiere di whisky on the rock sono accompagnate dalle suadenti note di sax & piano, a cui seguono (incoerenza su incoerenza) una sorta di tanghetto per nacchere e clarinetto del tutto fuori contesto. Un altro paio di raccolte di pezzi romantici dedicati ai vari protagonisti positivi (eseguiti con ensemble melodici tradizionali, ma anche in un caso con un bizzarro trio di bacchette, triangolo e carillon), ed infine chiudono il CD le musiche "di servizio" con le trasformazioni delle varie guerriere Sailor, che sono brani super trionfali fatti di grandi giri di archi e fiati, sì, ma realizzati con gusto (esemplare Double henshin! Moon & Chibimoon). L'ultimo brano è la dimenticabile sigla finale "Rashiku" ikimasho di tal Meu.

Nonostante chi scrive provi ancora dei forti dubbi se la migliore serie di Sailor Moon sia la III o la IV, per quanto riguarda le musiche non ci sono dubbi: la quarta serie è decisamente superiore a tutte le altre. La straordinaria qualità dei brani di questa OST vanno oltre il mero mestiere del musicante, vanno oltre lo stereotipo di una serie per ragazzine, vanno oltre la media anche delle produzioni di qualità fra le colonne sonore per anime: Bishoujo senshi Sailor Moon SuperS -Ongaku shuu- è una vera e grande soundtrack che eleva il prodotto per cui è stata concepita. La conferma viene dall'ascoltare questi brani esternamente al contesto per cui sono stati creati: la grande intelligenza negli arrangiamenti ammanta dei brani già dotati di una solida struttura melodica in veri e propri modelli da seguire; a questo avviso è sorprendente la panoramica di strumenti utilizzati (ricordiamo che si sta parlando di una OST per anime, che spesso ancora oggi vengono composte con GarageBand, violini finti e ciao): oltre all'orchestra romantica al gran completo ed in spolvero soprattutto nei brani standard (trasformazioni, sconfitta sul nemico, morale finale dell'episodio... tutta roba già sentita, ma fatta davvero coi guanti), ecco che Arisawa inserisce sonorità più ricercate come balalaika, sitar, kazoo, glockenspiel, cabasa ed altri strumenti ancora chiaramente percepibili che danno un respiro ancora più ampio ai brani. Ed infatti gli unici due brani scadenti dell'album sono le due sigle, non opera di Arisawa. Dopo averci lasciato colonne sonore eccellenti come questa ed altre, il compositore ci ha lasciato nel 2005 per un tumore: una perdita enorme nel mondo di quella che, in futuro, verrà chiamata musica classica.

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