Era il giugno 1994, io e il mio ex eravamo nella sua casa in campagna a rovistare fra i suoi vecchi dischi in vinile, lui allora trentatrenne aveva vissuto intensamente tutto quel periodo musicale che a me mancava completamente (nel '94 avevo 21 anni), passammo tutta la notte a parlare...
Led Zeppelin, Who, Joy Division, Clash, Cure, Smiths e chi piú ne ha piú ne metta, quasi all'alba spuntò questo disco...

Ricordo che lui mettendolo su con un sorriso disse: - "Quando uscí, questo disco fu veramente rivoluzionario!"
Lí per lí non capii ma in effetti quell'urlo iniziale che apre "Born Under Punches" e quel titolo non potevano certamente essere il frutto di gente che vuole essere dimenticata in fretta... quella notte e questo disco hanno segnato definitivamente l'inizio del mio grande amore per la musica.

In Remain in Light c'è tutto... sperimentazione, impegno sociale, elettronica, tamburi africani, cori, la personalità di Byrne e il genio di Brian Eno tutto magicamente e perfettamente amalgamato; ma questo lo leggerete in qualsiasi recensione... questo sito mi permette di dare la mia personale interpretazione di questo disco ed è quello che voglio fare.

Come tutti i miei dischi preferiti - fra i quali potrei citare OK Computer - Remain in Light è da ascoltare dall'inizio alla fine, mai random, ogni pezzo è perfettamente collegato all'altro. La prima parte è solare, è il giorno... con quell'urlo pieno di energia anche se sono in ufficio fino a "Once In A Lifetime" almeno una parte del corpo si muove ritmicamente.
Con "Houses In Motion" comincia il tramonto, la fase discendente, fino a scivolare nella sera, nella notte, nel dormiveglia perfettamente rappresentato da "The Overload":
A view to remember / The center is missing / They question how the future lies / ...in someone's eyes

È superfluo dire che è un disco da isola deserta e da avere a tutti i costi.

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