Descrivere i Talking Heads, David Byrne e le loro creature, è come contemplare nella più totale bellezza, tutte le opere di Salvador Dalì.

Un esempio perfetto? Il loro più grande capolavoro.... "Remain in light" insieme di surrealismo in movimento, straripante d'immaginazione più totale, plasmatica schizofrenia allo stato puro, insieme di pulsioni, desideri repressi e nascosti, senza freni di una coscienza dotata di ragione, che, una volta superata senza problemi, crea immagini e suoni iperrealistici, il movimento dell'inconscio che emerge nel paranoico e nelle allucinazioni dei sensi e delle delusioni, dove non c'è spiegazione a nessun di limite o misura, fanno si che la musica prende forma solo grazie alla razionalizzazione del delirio (di David Byrne) ed è proprio da questo surrealismo che sono nati Album di grandissima e complessa fantasia illusionistica, che sempre hanno stupito grazie alla artificiosità della crescita e della loro realizzazione. Sia nei video, che nei concerti, possiamo trovare degli spazi dilatati con quantità impressionante di oggetti, uomini combinatori e irrazionali che diventano elementi di sconcerto. Quindi questa concentrazione di combinazioni diventa, alla fonte del discorso, un processo nettamente paranoico e geniale.

I Talking Heads - in generale - e in questo Album anche Brian Eno, realizzano il vero approccio di profondità psicologia in contrasto tra il reale e l'astratto dove tutto porta a credere che esiste un punto dello spirito in cui la vita e la morte, il reale e l'immaginario, il passato e il futuro, il trasmissibile e l'intrasmissibile, l'alto e il basso, e quantaltro, smettono di percepirsi contraddittoriamente. Otto opere visionarie e artistiche d'ammirare, ascoltare, conservare, ma soprattutto da capire. Incrocio fra genio-etnico e manipolazione elettronica, spinte percussioni e vocalismo tribale, chitarre e tastiere schizzate per mete incerte.

"Born Under Punches (The Heat Goes On)" ritornelli di cori spirituali di giungle inesplorate, ad immedesimare uno zoo spaziale, tra funky ritmato e percussioni che ti impalano su una poltrona ondulata di uno psicanalista, più fuori di testa del suo paziente, descriverlo? Impossibile - "Croseeyed And Painless" si parla di pazzia? bene continuiamo, riff centrati accarezzati dal basso di Eno, il ritmo impossibile da controllare, campanacci, chitarre e tastiere che svolazzano come farfalle inebriate da acidi galvanizzanti - "The Great Curve" e si procede ad altezze elevate, un minestrone frenetico che deve trovare una forma più vicina per edulcorare la corsa di queste teste parlanti - "Once In A Lifetime" una traccia da urlo nella notte, una sorta di voce e cori che sono angosciati da tastiere e da ritmi africani, una idiosincrasia verso una ectoplasmatica chitarra funky - "Houses In Motion" tromba a danza di un tribale reggae toposferico, "antipatici, irritanti e lamentosi" i ritornelli di fiati, che sembrano zanzare che ti ronzano nell'orecchio - "Seen And Not Seen" fantastico ballo rituale dove Byrne è al centro del cerchio quasi a divinizzare se stesso - "Listening Wind" psichedelica ballata etno-ambient dove suoni e ritmo evocano posti lontani e visionari e dove la voce è in preghiera - "The Overload" una chiusura da incubo tenebroso in contrasto con il resto delle tracce, ma se non fosse così, non avrei parlato di surrealismo sublime.

Geniali, deliranti e come disse Salvador Dalì.......... "Io non sono pazzo, ma gli altri, si".

Carico i commenti... con calma