TAZENDA MURALES - 1991 - DE SA ZENTE, SOS DOLORESNON SI PODEN’ CANZELLARE. CHERIDES A NOS CAGLIARE? VIDA LONGA A SOS MURALES! 07-12-1990

E venne il giorno in cui i Tazenda decisero di fare il grande salto, dopo anni passati a fare i coristi ai vari Gianni Morandi italici e dopo l’ottimo esordio, che ebbe un discreto successo in ambito regionale, i Tazenda si presentano a Sanremo. Per quel che può contare il pubblico in sala di Sanremo bisogna riconoscere che un minuto e mezzo di applausi scroscianti non vengono riservati a tutti.

In quell’occasione la canzone Spunta La Luna Dal Monte la fecero in coppia con Pierangelo Bertoli, ma i tre quarti del successo è da attribuire ai Tazenda. Anzi, la versione in lingua sarda del brano e decisamente superiore (comunque nell’album sono presenti ambedue). La cosa più bella in quel lontano 1991 era sentire mezza Italia cantare il ritornello e chiedersi : "Ma cosa è UNU DILLO??".

I Tazenda avranno sempre questo limite che gli verrà imposto per il fatto di cantare in Sardo. Il CD è dedicato alla tradizione Sarda di dipingere murales sui muri delle case, solitamente raffigurano fatti di cronaca o di politica. In Sardegna il continentale molte volte viene rappresentato come un conquistatore uno che viene depreda e sa ne va, ma qui parleremo di musica. Sorretti dalla voce stupenda di Parodi i tre Tazenda fanno ampio uso di launnedas, fisa sarda e muttos e riescono a intrecciare il canto a tenores con le chitarre rockeggianti, la voce di Parodi si amalgama alla perfezione con quelle di Marielli e Camedda, lasciando sempre l’ascoltatore con uno strano stupore sulle labbra. Mamoiada -il brano d’apertura- è il racconto struggente della faida che si teneva in quegli anni appunto a Mamoiada, un chiaro invito a lasciar perdere la disamistade e i rancori cercando di lasciare aperta la porte del cuore ("apperri cussa janna apperri apperri"  - apri quella porta apri apri). I testi di Martelli sono però quasi sempre bucolici, narrano la vita agreste e in alcuni casi si divertono nella loro musicalità. "In Sas Nues Tuas (nelle tue nuvole)" diventa un bel pezzo reggae proprio grazie alla fonetica sarda, in Italiano suonerebbe proprio male. E fra launeddas e cori il lavora si chiude col rock di Naneddu, duro atto d’accusa ad un politico del passato. Con questo lavoro I Tazenda si troveranno proiettati nello splendore della musica Italiana poi piano piano ritorneranno ad essere un gruppo prevalentemente regionale. Il primo lavoro dei Tazenda era scritto a quattro mani con Marras (altro desaparecido della musica italiana), in questo invece entrano sotto l’ala protettrice di un certo Fabrizio (De Andrè), così sarà anche per il successivo lavoro Limba. Questi tre lavori sono il minimo da avere per capire questo gruppo oramai dimenticato dai più.

“Apperri cussa janna e fache loco a mie”

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