Un titolo che non lascia molto spazio a fraintendimenti. Una copertina che solo chi vuole essere fuorviante descriverebbe con termini meno esplicativi di "feroce" e "efferata".

Analizziamo questa copertina: uno sXe tiene una molotov in mano affiancato da un anarcho-punk, uno skinhead e vari altri soggetti. Armati fino ai denti. In una periferia, di notte. Sopra troneggia un logo scarno come una carogna spolpata: TEAR ME DOWN. E, sotto, battuto a macchina: morire di tolleranza. I ridotti accostamenti cromatici sono perfetti.

Culturalmente parlando, l'ispirazione del gruppo è puramente HC; non ci sono le contaminazioni ska (leggi: Banda Bassotti) quelle Oi! (leggi: Colonna Infame), metal (leggi: Plakkaggio) o pseudo-emo (leggi: Frammenti, ottimo gruppo la cui ispirazione "emo" è tutt'altro che piagnisteo). Musicalmente parlando parliamo di una manciata di brani cattivi, come un pugno nei denti. L'intenzione melodica è presente, una certa attenzione c'è, ma non ci si bada troppo se un coro è stonato. O se un'intera strofa è stonata, ci siamo capiti.

Perché ciò che conta è la cattiveria di sto disco. Una voce che più HC non potrebbe essere e una sezione strumentale che va a mille all'ora. Ha poco senso analizzare track-by-track brani che durano poche decine di secondi l'uno. Mi sento però di indicarne due come i miglior del lotto; "Scuola" ha un ottimo dualismo tra strofa e ritornello, con un controcoro da segnarsi le ossa, perché il pogo te le sta per mischiare. E poi "Emo di merda", con un giro di basso veramente bello. Il disco dunque scorre, pesta, è relativamente orecchiabile e risponde alle esigenze di quel periodo. Prende posizione contro emo, sinistroidi e così via, secondo un modus operandi che per il punk hardcore è la prassi. E per i fascisti, i Tear Me Down hanno in serbo tanti calci nei denti e cazzotti.

In fondo questo disco è creato da persone giovani, persone la cui vita scorre tra una rissa e l'altra e che forse sono ancora convinte - rileggendo una vecchia intervista a Zerocalcare - che la lotta si porti avanti facendosi la cresta, e soprattutto che la lotta sia ad armi pari. Mi spiego meglio: non metto in dubbio che i componenti della band sapessero bene che il vero cambiamento non si facesse così, ma erano anche loro figli del loro tempo e sicuramente la realtà che volevano raccontare era più complessa di quello che hanno fatto in venti minuti. Noi la possiamo immaginare, ma stiamo parlando pur sempre di un gruppo di ragazzi non eccelsi nelle abilità e che di certo non hanno gli animi più sensibili della storia. Non è una cosa tragica, in fondo. Non tutti sono il gruppo più importante del movimento. Al netto di alcuni bei ritornelli, di qualche testo valevole e di riff carini, non mi sento troppo severo a dire che i Tear Me Down non fossero musicisti (intesi non solo come esecutori, ma anche sensibilità o animo musicale) di livello tanto alto. E allora? E allora "Morire di tolleranza" è riuscito lo stesso a cambiare tante persone, per un motivo sottile ma non difficile da spiegare. È un disco assurdo, sì, per chi ha vissuto il loro stesso contesto culturale. Per chi a fine anni '90 era sotto un palco a urlare "Vecchia scuola punk hardcore!", per chi a fine anni '90 le prendeva dai celerini, per chi a fine anni '90 si faceva le X sulle mani. E per chi oggi è sotto un palco a urlare "Vecchia scuola punk hardcore!". In altre parole, quindi, l'atmosfera che trasmettono i Nostri non è trasmessa nel migliore dei modi, ma è trasmessa bene quanto basta perché tanta gente ci si possa rivedere. Perché in fondo ci sono certe scene che si ripetono, e la differenza tra un sedicenne incazzato ora o trent'anni fa è solo che sono passati alcuni anni. Circa. Valore storico più che musicale? Forse; la parte musicale si difende bene, ma mi piace vedere i dischi come questo come se fossero tutti insieme solido cemento che creva qualcosa di grande. E datelo un orecchio, che non vi pentite. Voto: 79/100.

Elenco tracce e video

01   Cupola / Hai perso il mio rispetto (03:10)

02   P.L. (02:08)

03   Non sotto (00:55)

04   Come mi vogliono (02:01)

05   20 secondi di violenza (00:26)

06   Cancella il passato (01:46)

07   Come l'inferno potrebbe essere peggiore (02:30)

08   Nulla cambia (00:56)

09   Scuola (01:32)

10   Solitudo (02:34)

11   (Op)pressione (00:27)

12   Emo di merda (03:13)

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