Vi racconto una piccola storia di ordinaria serendipità: un'afosa domenica pomeriggio di agosto, a casa di mia sorella. Io e lei siamo impegnati in un dibattito sull'effettivo spessore e rilevanza artistica e culturale di Ligabue, una conversazione che manco Aristotele e Platone nella biblioteca di Atene, e nel mentre ascoltiamo senza troppa attenzione Radio Capital TV. Gran bel canale questo, a dire il vero l'unico canale musicale veramente degno di questo nome in tutto l'etere nonchè una buona miniera di gemme dimenticate per un poppettaro facinoroso e dissidente come il sottoscritto. La programmazione fila via liscia come l'olio tra un'intrigante "Long Train Runnin" dei Doobie Brothers, una languida "5 O' Clock In The Morning" dei mitici Village People ed un tedioso Phil Collins che mi entra da un orecchio e mi esce dall'altro alla velocità di 12 parsec. Poi sento qualcosa che mi fa drizzare le antenne: la canzone si chiama semplicemente "You", il gruppo Ten Sharp, mai sentiti nominare. Chiedo alla mia adorata sorellona lumi in proposito, ma neanche lei se ne ricorda, intanto io memorizzo e mi riprometto di approfondire il discorso.
E' anche così, nel modo più banale e casuale che esista, che si può trovare musica di cui invaghirsi, ed io ero rimasto colpito da quella canzone: dolce, romantica ed energica, quel pianoforte così limpido, quella voce bella, equilibrata ed intonata e quel sound elegante ma ricco di trasporto, un po' soul con qualche sfumatura latineggiante. Appena scopro che i suddetti Ten Sharp sono olandesi mi è tutto più chiaro, a gruppi di nazionalità diversa da quella anglo-americana non è assolutamente concesso un successo ad ampio raggio e prolungato, al massimo un più o meno effimero mordi e fuggi, esattamente quello che è successo ai Ten Sharp nel 1990 con "You". Questo duo formato dal cantante Marcel Kapteijn e dal tastierista e arrangiatore Niels Hermes, attivi nel panorama locale neerlandese fin dal 1982 debutta ufficialmente nel 1991 con il qui recensito "Under The Water-Line" ed è subito successo: "You" entra nella top ten in Inghilterra, ma tutto finisce lì, i Ten Sharp, per quanto dimostrato con questa prima release, meritavano molto, ma molto di più.
"Under The Water-Line" è un disco di gran classe: blue-eyed soul orecchiabile, suonato alla perfezione e perfettamente curato a livello di sonorità ed arrangiamenti, c'è qualcosa di Billy Joel e dell'Elton John di "Sleeping With The Past" in questo album, oltre a reminescenze di Stevie Wonder e Ray Charles e, cosa che non guasta mai, Marcel Kapteijn è un Cantante con la C maiuscola, voce molto morbida, smooth, che sa come e quando incidere con efficacia ma senza esagerare, tecnicamente preparatissimo ed infinitamente superiore all'insulso e ben più famoso Mick Hucknall, presunto reuccio del genere. Per essere un album pop pubblicato sul limitare degli anni '80 "Under The Water-Line" presenta ben poca elettronica: prevalgono il piano, gli ottoni, un po' di chitarra acustica, qualche contrabbasso: un sound naturale ed elegante, e pure il songwriting non tradisce le grandi aspettative generate da "You". Il top sono intense e trascinanti soul-ballads come "When The Spirit Slips Away" con le sue magnifiche orchestrzioni e "Rich Man" con il suo gospel-rock lievemente contaminato di elettronica, ma ci sono anche la spensierata leggerezza di "Ain't My Beating Heart", la brillantezza blackie di "Ray", bel tributo a Ray Charles, ballate malinconiche come "Lonely Heart" e la semiaucstica "Some Sails", che si fa notare per uno splendido lavoro di cori e sovraincisioni vocali e un po' di synth con la conturbante "Who Needs Women" e una notturna ed incalzante "When The Snow Falls". Chiusura perfetta con lo swing retrò di "Closing Hour", che con felpata e vellutata eleganza riesce ad evocare alla perfezione l'atmosfera di una serata in un piano bar.
Dieci canzoni, forse il numero perfetto per un album pop ed un effetto instant-classic garantito, nessuna caduta di stile ed una bellissima sensazione di calore umano e qualità artigianale. Si, penso proprio che questo disco sia praticamente esente da difetti e meriti il massimo dei voti.
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