Nel 1971 molte band hanno dato alle stampe fra gli album più memorabili e gloriosi della storia del rock, di qualsivoglia tipo. Esempi lampanti sono Aqualung dei Jethro Tull, The Yes Album degli Yes, In the Land Of Grey And Pink dei Caravan, Led Zeppelin IV dei dei Led Zeppelin… e così via.

A Space In Time dei Ten Years After non è sicuramente da meno. Anzi. Forse stufi di ripercorrere le ormai ben note vie del blues, che oramai conoscevano in lungo e in largo, i Ten Years After si erano dati al Blues-Rock, o Hardrblues. Ma nel 1971 la musica cambia, tira una nuova aria. Alvin Lee, chitarrista-leader-cantante della band, decide di imbracciare seriamente la chitarra acustica, sfoggiando un estro equivalente a quello dimostrato con la sua Gibson. A Space In Time è un esperimento, riuscitissimo in tutte le sue parti, uno sguardo (temporaneo, purtroppo) verso nuove direzioni, ma senza scordare il passato e le proprie radici.

Un esempio è l'opener One Of These Days, dalla ritmica eccezionale, in cui Alvin Lee canta con la solita bella voce nasale, e da' anche prova di saperci fare con l'armonica. Il primo dei pezzi acustici si intitola Here They Come, un bell'arpeggione che fa da riff e gli accordi che supportano il ritornello, con i soliti effetti sonori prodotti dalle tastiere di Chick Churchill. Bello è anche lo stravolgimento nel finale. La grande dell'album è naturalmente I'd Love To Change The World, i soliti quattro semplici accordi certo, ma messi lì in modo geniale, arpeggiati, con il consueto cambio di ritmo nel ritornello. Le parti di basso e batteria sono semplici ma sono in armonia con il pezzo: Leo Lyons e Ric Lee sembrano divertirsi. Questo è l'unico pezzo dell'album in cui Alvin Lee fa uno dei suoi assoli megaveloci e bisogna dire che qui ci sta alla perfezione. Poi giungiamo ad un piccolo capolavoro, Over The Hill, sempre con la chitarra acustica in evidenza e addirittura un quartetto d'archi che crea una grande atmosfera. Effetti di tuning di una radio ci portano al divertissement dell'album, Babe Won't You Let Me Rock'n'Roll You, un simpatico rock'n'roll in stile Chuck Berry, che si ascolta con un sorriso sulle labbra. Once There Was A Time è un blues inizialmente acustico, che però si trasforma in una canzone ricca di cambi di accordi, ove subentra poi la chitarra elettrica.

Let The Sky Fall ricalca un po' Good Morning Little School da Sssh, ma è comunque una canzone niente male. Hard Monkeys è una canzone dalla linea melodica stupenda, voce meravigliosa, buon pianoforte di Chick e un geniale riallacciamento dal ritornello alla strofa. Così come quelli di Over The Hill, anche i testi di Hard Moneys sono una condanna nei confronti delle droghe. I've Been There Too presenta anche qui una potente parte cantata, una delle migliori dell'album, veramente trascinante, con un incedere travolgente ed un testo ironico. Chiude l'album Uncle Jam, sulla falsa riga di Woodchopper's Ball, un pezzo jazzato strumentale, che a dire la verità sa un po' di riempitivo, ma che mostra la grinta della band quando "jamma".

Questo è in sostanza il più originale della band, il prodotto forse anche più raffinato e (manco a dirlo) incompreso dalla maggior parte dei fans all'epoca. Eppure A Space In Time è il disco dei Ten Years After che meglio supera la prova del tempo, mentre altri si potrebbero definite più datati. Oggi persino Alvin Lee parla di A Space In Time con una nota di disprezzo, definendolo "the bluesy acoustic stuff". Da qui in poi verranno altri dischi giudicati mediocri, ma che a mio giudizio sono invece più moderni, più curati e meno attaccatati ai soliti quattro accordi del blues. Lasciando da parte l'orrenda pseudo-raccolta Alvin Lee & Co. , Rock'n'Roll Music To The World e Positive Vibrations sono due signori dischi. Ma questo all'epoca nessuno lo ha capito e la band si è sciolta nel 1974 "per mancanza di idee".

Il cambiamento veniva spesso visto come "tradimento", o forse i Ten Years After erano passati di moda, con la fine dell'epoca di Woodstock e dell'utopia Hippy del Flower Power, delle canne e delle camicie a fiori.

Carico i commenti...  con calma