Questo inizio dicembre segna per molti debasers una svolta cocente, immagino che sappiate a che e chi mi riferisco. Non so voi, ma io in questi addolorati giorni sono stata travolta da un'onda di rabbia cattiva. Voglia di spaccare cose (fatto). Di bestemmiare contro Dio (fatto). Di sbottare con chi mi vuole bene, vaf-fan-cu-lo io sto ma-le... fatto.
One last (fucking) time
Quante volte Malaika m'ha chiesto di ricominciare a scrivere recensioni? Innumerevoli. Non mollava mai l'osso, e questo mi faceva sempre ribaltare dentro. Lei ci teneva. Io proprio per niente. Non ho mai osato dirglielo.
Ma eccomi, donna. Per un'ultima fottuta volta.
"I Tenebrous Liar sono la creatura di Steve Gullick e altri cinque amici. Britannici, amano i ragni neri. Gullick è meglio conosciuto quale fotografo. Un occhio alle sue immagini; più o meno il Corbjin della scena indie-rock del nuovo millennio. In copertina l'atmosfera cupa di una foresta tenebrosa, che calza a pennello in questo inverno prematuro che s'è insinuato dentro e fuori noi. Titolo: Tenebrous Liar's Last Stand. Ascoltiamo. Bassa fedeltà, indolenza ubriaca, un senso ineluttabile di catastrofe imminente, poesia malata. Fotografie musicali disposte in una panoramica ad angolo grave. Ognuno di noi ci troverà un suo qualcosa. O meglio, gli passerà davanti agli occhi, fugace, sfocato in altre assonanze. Non vuol dire che ciò sia un difetto. In giro si mormora dei TL quasi fossero gli Shellac e i Nirvana più slabbrati, oppure i Dinosaur Jr. versus In Utero. A me sembra d'aver intravisto, tra i fotogrammi, pure scatti subliminali di Kyuss, Pere Ubu, God Machine. Insomma, avrete capito se avete letto fin qua. Banalmente della serie: quanto ci mancano i gloriosi anni '90! Evvai con la nostalgia..."
Come vedi cara, con le recensioni non sono più in vena.
One Way Love
Se qualcuno mi chiedesse quale è il disco dell'anno, gli direi: questo. Solo questo, punto. Non è un capolavoro, anche se ha un suo fascino morboso e seducente. Non è nemmeno originale, visto i sovrabbondanti riferimenti ad un passato prossimo, seppur duro e puro. E' una questione personale. Questo album mi rimarrà dentro, cazzo. Perché è l'ultimo che amica Trell ha scrobblato su Last Fm, la sera prima di... Un file che le avevo passato tramite le nostre vie segrete e insensate. L'ha ascoltato tutto, fino alla fine. Questo mi fa credere che le sia piaciuto. Oppure no? Dubbio atroce davvero. E' un disco a cui mancherà sempre una risposta assoluta. La sua, di Trell. Come non amarlo per l'eternità?
Last Stand
L'ultimo brano è diviso in due parti: la prima, di due minuti e mezzo. è basata su uno screamo doloroso, che fa male. Proprio male, ed è qui che i conti tornano. Beccati questa Kosmo, tiè. Last Stand. L'ultima canzone che Malaika ha ascoltato. L'ultimo titolo che starà fisso per sempre sulla sua scheda LastFm. L'ultimo di un file che le ho passato io. E mi sale un grido sgomento in gola. Si blocca lì. Rabbia! Poi un vuoto. Pesante. Denso. Deve esserci ancora qualcosa! Difatti dopo un minuto arriva la coda finale. Paranoica, alterata. Psicadelica, dronica. Sette minuti deliranti che si concludono con un feedback tetrissimo, sfibrante... gli ultimi secondi che si disperdono nello spazio. Stop.
Qui Malaika quella sera ha spento lo scrobbler.
Silenzio infinito.
Adesso spacco tutto.
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