Cos'hanno in comune il gruppo in questione e questo inventore Croato (o Serbo?) oltre al nome?

Se ci si documenta bene nelle vite sia dello scienziato che della band, si possono individuare dei tratti comuni, il caso Tesla (lo scienziato), per chi non lo sapesse già, fu molto travagliato, infatti lui effettuò numerose ricerche e scoperte, alcune delle quali non gli vennero nemmeno accreditate (il caso più famoso fu quello della radio, attribuitagli solo nel 1943, anno in cui il poveretto morì). Ora voi direte ma che c'entra sto pazzo (perché lo era) con la band americana?

Oltre ad aver preso il nome dello scienziato il gruppo californiano dedicò a questo anche il loro secondo album, ovvero il bellissimo "The Great Radio Controversity" ma il destino fu più generoso nei confronti degli "scienziati del rock" che acquistarono notorietà nel panorama americano e non, ma il successo non si sprecò per la band, che fu un po' oscurata dal fenomeno Grunge e da altri gruppi anche meno talentuosi, e tuttora rimane una delle più (ingiustamente) sottovalutate rock band di sempre. In definitiva sia il gruppo, sia lo scienziato, naturalmente in misura diversa, non hanno ottenuto il successo che meritavano.

Dopo questa parentesi arriviamo al disco, ultimo lavoro della band che, dopo gli album live con il disco di cover, sembrava essersi fermata per una pausa ricreativa, devo dire che gli ha fatto bene, infatti Keith e soci arrivano nello scorso 2008 (annata degli storici ritorni) con un disco fresco, pulito e sincero che dà l'impressione di un prodotto genuino e ispirato. Alcuni dei fan più incalliti potrebbero storcere il naso di fronte alle nuove sonorità che i Tesla ci propongono. Uniscono infatti il solito blues-rock e la tanto affezionata melodia ad un suono più moderno e maturo, ma mai scontato o commerciale. I 5 Californiani, che sembrano aver bevuto lo stesso elisir dell'eterna giovinezza di Jon Bon Jovi, non ci fanno rimpiangere nulla con questo album: il solito hard rock onesto, ben suonato, e ricco di carica.

I brani memorabili ci sono, a partire dall'iniziale title track "Forever More" (con rimandi agli Scorpions nell'introduzione), le differenze si notano rispetto ai vecchi album, il sound è evoluto, ma la formula è la stessa: grinta, sudore e rock n' roll. Si prosegue con dei pezzi orecchiabili come "I Wanna Live" e secondo me il brano migliore dell'album, ovvero "One Day At A Time", poi c'è "So What", anche questa degna di nota, non mancano nemmeno le parentesi romantiche (come di consuetudine) in pieno stile Tesla quali "Just In Case", "The First Time" che forse rappresenta una delle migliori ballate della band, e "Pvt Ledbetter" altro brano di classe.

"Breakin' Free" è un pezzo sufficiente ma senza nulla di speciale. "All Of Me" ritorna ai toni hard rock tipici dei Tesla ed è veramente un pezzo favoloso, che sprizza energia da tutti i pori. I tre brani che terminano l'album ("In The Hole Again", "The Game" e "My Way") sono leggermente inferiori a quello che abbiamo sentito fino ad ora, ma non guastano di certo la struttura complessiva dell'album, che chiude con una "Bonus Track" celebre ai fan della band, parlo di "What A Shame" in versione live.

I nostri cari Tesla non deludono mai e, nell'anno dei ritorni storici, mentre molti altri "vecchi" del rock hanno fatto la ruggine, si distinguono regalandoci un prodotto buono, non un capolavoro, ma un disco onesto, che è rivolto anche alle nuove generazioni.

I Tesla rappresentano quel tipo di band che ha sempre lavorato sodo, pensando solo a produrre buona musica, sempre lontano dai gossip, ha portato avanti i propri lavori a testa alta, con una continuità da professionisti, superando anche la difficile prova del tempo con prodotti sempre all'altezza e mai ripetitivi. Ed è proprio questa caratteristica che fa dei Tesla una rock band eccezionale: la prolificità, che nei tempi passati era all'ordine del giorno ma che oggi sembra essere diventata un'utopia. Chissà se la band sarebbe stata apprezzata anche da quell'uomo che una volta arrivò ad affermare:

«..Io continuo a ritenere che lo spazio non possa essere curvo, per il semplice fatto che esso non può avere proprietà. Sarebbe come affermare allo stesso modo che Dio ha delle proprietà. Egli non ne ha, ma solo degli attributi di nostra invenzione. Di proprietà si può parlare solo per la materia che riempie lo spazio. Dire che in presenza di corpi enormi lo spazio diventa curvo è equivalente ad affermare che qualcosa possa agire secondo nulla. Io mi rifiuto di sottoscrivere un simile modo di vedere.
(Nikola Tesla)

 

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