Un disco da sentire in autunno, quando l'estate lascia il posto ad una piacevole pace malinconica autunnale.
L'atmosfera la si respira già guardandone la copertina, e la foto all'interno, con le foglie secche che fungono da fondale. Una magnifica immagine di Freeman che nobiliterà diverse copertine dei Beatles. Malgrado qualche affossamento il disco è molto piacevole e pervaso di una atmosfera tutta sua, diversa da ogni altro disco dei Beatles.

"No Reply" - con la sorprendente potenza del suo middle sixteen in progressione che parte a 1 minuto dopo l'inizio della canzone (non a caso ma voluto e studiato con una professionalità compositiva adulta), unico e volutamente non ripetuto, seguendo la filosofia del "meno c'è meglio è". Trenta secondi di magia, una delle vette più alte della espressività dei Beatles.
"I'm A Loser" - il primo frutto del "periodo Dylan" di Lennon.
"Baby's In Black" - scritta in una stanza d'albergo, la registrazione non soddisfò i Beatles ma rimase a lungo negli spettacoli dal vivo in quanto piaceva e piace tutt'ora ai fans.
"Rock And Roll Music" - una cover, incisa in una sola registrazione in presa diretta (Martin aggiunse il piano in seguito) dopo otto ore di studio dedicato ad altre canzoni, dimostra quanto enorme fosse la professionalità dei Beatles e la loro bravura come musicisti, impetuosa l'interpretazione di Lennon.
"I'll Follow The Sun" - composta nel 1960 ma ripescata ed usata un po' come riempimento risulta deliziosa.
"Mr. Moonlight", il Medley seguente - "Honey Don't" ed "Everybody's Trying To Be My Baby", non tengono il passo dell'altissimo livello di tutta la produzione della band, anche se gli innamorati dei Beatles li perdonano volentieri.
"Eight Days a Week" - trasmette tutto l'ottimismo solare della metà degli anni sessanta, un capolavoro assoluto.
"Words Of Love" - una magnifica canzone di Holly, che i Beatles interpretano con personalità e professionalità; da ascoltare scambiandosi i regali accanto alle lucine dell'albero di Natale.
"Every Little Thing" - uno dei brani più emotivamente ricchi del disco.
"I Don't Want To Spoil The Party" - "What Are You Doing" - sebbene nella media altissima dei Beatles, sanno un po' di "lavoro da fare".

Non dimentichiamoci che: è il 1964, Paul ha 22 anni, John 24; sono due ragazzi, questo è il quarto LP in ventun mesi, senza contare i 45 giri. Non come ora che un artista fa un disco ogni due anni dal quale estrae i 45 giri. Il disco fu assemblato per esigenze di mercato e messo su in fretta e furia e le canzoni furono composte durante un massacrante tour di concerti all'estero.
Nessuno può considerarlo scarso, come nessun album dei Beatles lo è, ma tutti lo considerano il pezzo meno pregiato della loro collezione. E così, come una mamma ama e difende maggiormente il suo figlio più debole, così i fans ne sono inteneriti e lo ascoltano con affetto.
Fortunato chi si bagna nelle acque del fantastico mare musicale creato dai Beatles. Un sentito rincrescimento per chi non riesce a sentirne e capirne la magia.

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