C'è chi ha attaccato e attacca questo disco in nome della libertà di demolire anche i mostri sacri. Io invece lo difendo. "Beatles For Sale" contiene infatti, a mio avviso, i primi semi del nuovo metodo di comporre canzoni in maniera soggettiva che sarà proprio dei Beatles a partire da "Rubber Soul", dopo la parentesi offuscata dalla marijuana di "Help!".
Si tratta di un album scritto per la maggior parte da Lennon, qui nel suo periodo di leadership del gruppo, contemporaneo alla sua scoperta del modo dylaniano di intendere e concepire la musica. Ciò si riflette nel mood che si potrebbe definire "invernale" di alcune sue composizioni, come l'iniziale "No Reply", con un sezione mediana trascinante e un testo amaro, caratteristica che accomuna anche la bella e pessimista "I'm A Loser" e "I Don't Want To Spoil The Party", che racconta di una situazione in cui ci siamo ritrovati un po' tutti (l'inadeguatezza a una festa). Sicuramente degne di menzione sono "Baby's in Black" e "What You're Doing", anch'esse fotografie di momenti e personaggi non proprio felici, a cui fanno da contraltare la solare e orecchiabilissima "Eight Days A Week" e la bucolica "I'll Follow The Sun", una delle primissime composizioni di McCartney.
Se il disco fosse stato composto solamente da queste canzoni ci saremmo trovati di fronte a un lavoro sicuramente migliore di come si presenta alle nostre orecchie, diluito com'è da inutili cover riempitivo, tra le quali salvo solamente "Rock'n'Roll Music", peraltro già elettrizzante nella versione originale di Chuck Berry. Se volete un consiglio, ascoltate quest'album nei giorni di pioggia, magari un po' infreddoliti come i quattro di Liverpool ritratti nella celebre copertina.
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